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Sentinelle in Piedi: manifestazione silenziosa in piazza De Ferrari

Duecentocinquanta persone hanno partecipato venerdì pomeriggio in piazza De Ferrari a Genova alla veglia silenziosa delle Sentinelle in Piedi. La manifestazione si oppone all’agenda dell’ideologia del gender e al reato d’opinione previsto dalla proposta di legge Scalfarotto.

In piedi, disposti a scacchiera a circa un metro l’uno dall’altro, le sentinelle hanno vegliato in silenzio, leggendo un libro. Nessun simbolo né vessillo era ammesso, a sottolineare che la proposta è per tutti. L’ora di testimonianza pubblica ha coinvolto i partecipanti, che alla fine si sono salutati con un fragoroso applauso spontaneo, e ha sorpreso i passanti, anche stranieri, alcuni dei quali si sono fermati a vegliare, anche solo per pochi minuti.

«Le Sentinelle non giudicano né tantomeno sono contro alcuna persona – ha detto il portavoce. Le sentinelle non sono “anti-gay”. Rispettano ogni persona e difendono la libertà di espressione e di educazione, per tutti. Le Sentinelle sono contro la minaccia del carcere per chi si oppone all’ideologia del gender».

«Secondo l’ideologia gender, la differenza di sesso e la famiglia sarebbero invenzioni culturali – cioè non legate intrinsecamente alla natura umana - ed ogni bambino dovrebbe sperimentare a scuola qualsiasi tipo di esperienza sessuale. L’agenda del gender contempla la sostituzione dei termini “padre” e “madre” con i termini “genitore 1” e genitore 2 e l’istituzione di nozze e adozioni per persone dello stesso sesso».

«La legge Scalfarotto prevede fino a un anno e mezzo di carcere per chi sia giudicato responsabile di atti di discriminazione o istigazione alla discriminazione per motivi fondati sull’omofobia o la transfobia. Questo mette a rischio ogni opposizione pubblica all’ideologia del gender, tanto più oggi che il governo ha dichiarato l’intenzione di approvare la legge sulle “unioni gay”, secondo la definizione data dal giornale “l’Unità”, molto simile al matrimonio».

«Sono felice per aver testimoniato insieme a tanti altri la verità e la bellezza della famiglia e della complementarietà sessuale», ha commentato Carlo. «E' stato bello vedere tante persone che, nel caldo di un sabato pomeriggio estivo, hanno deciso di impiegare il loro tempo per venire alla veglia, nonostante l’allettante alternativa del mare», ha proseguito Michele.

«Partecipo sempre molto volentieri alle veglie delle Sentinelle, perché la legge Scalfarotto rischia di ledere la libertà di opinione di chi non è d’accordo su nozze e adozioni tra persone dello stesso sesso», dice Paolo. «Mi opporrò con forza alla diffusione del “gender” nelle scuole. Viceversa, vanno severamente puniti atti di violenza e discriminazione nei confronti di persone con tendenze omosessuali».

Riferendosi al bandierone appeso da palazzo Ducale (e dal palazzo della Regione Liguria, la scorsa veglia), Arianna ha commentato: «Curiose queste bandiere arcobaleno appese ai palazzi pubblici durante le nostre veglie. Mi lascia un pochino perplessa questo "silenzio" attorno alle nostre veglie. E' un atteggiamento di menefreghismo? Inoltre, mi pare che siamo tutti talmente soli che pur di soddisfare il nostro bisogno di amicizia, ci alleiamo o, meglio, ci allineiamo ad un "pensiero" qualunque, senza approfondirlo, ma lasciandoci guidare da stereotipi di moda».

«Nel silenzio e nella lettura, durante la veglia, ho capito che la calma e la serenità delle Sentinelle è il miglior antidoto contro l’omofobia – dice Anna -. E’ evidente che non c’è violenza né odio in queste manifestazioni. La richiesta di libertà è soprattutto richiesta di rispetto reciproco, di relazioni buone. Non vogliamo imporre il nostro pensiero, ma neppure che venga imposto, a noi e a i nostri figli, il pensiero di chi vuole considerare la famiglia naturale una delle tante possibili formazioni sociali. Differenza non vuol dire diseguaglianza, ma, semmai, giustizia e verità. Rispetto per tutti, quindi, ma anche per le Sentinelle. Genova ieri ha dato una lezione di civiltà a tante altre città. Unico neo: la bandiera arcobaleno su un palazzo pubblico. Noi non ci siamo sentiti offesi, né abbiamo reagito in alcun modo. Ma sarebbe interessante scoprire cosa sarebbe accaduto se al posto di quella bandiera ci fosse stato il logo delle Sentinelle in Piedi sopra una veglia silenziosa LGBT. Questa è la differenza. Non c’è prepotenza nelle veglie, ma solo richiesta di libertà e rifiuto dell’imposizione, soprattutto a bambini e giovani, del “pensiero unico” su famiglia e sessualità. Dove sta l’intolleranza?».

Daniela e Michele commentano i disturbi subiti durante il volantinaggio da parte di un gruppetto di attivisti gay: «Ci considerano omofobi perché crediamo nell’unicità del matrimonio tra un uomo e una donna. Anche il solo distribuire volantini o testimoniare pubblicamente in silenzio è considerato un atto discriminatorio, perché diffonderemmo idee razziste nella società. Davanti a queste posizioni, come si fa a dire che la legge Scalfarotto non potrebbe essere usata per accusare di omofobia chi si esprime in favore della famiglia? Però, molti passanti ci hanno dimostrato solidarietà».

«Presentato come strumento necessario contro la violenza e le aggressioni nei confronti di persone con tendenze omosessuali, il testo Scalfarotto non specifica cosa si intenda per “omofobia” e lascia pertanto al giudice facoltà di ritenere discriminazione una semplice opinione contraria a determinate richieste provenienti dalle associazioni LGBT», dice Annarosa, che ha vegliato venerdì a Imperia.

Insieme a Genova, in questo fine settimana, ci sono state o ci saranno veglie a Roma, Como, Imperia, Levanto, Ivrea e Ferrara.


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