Segnalazioni

Rapinata in pieno giorno sul treno: «Nessuno si è alzato ad aiutarmi»

Ieri su Twitter ci siamo imbattuti in questo messaggio: «Essere rapinati in pieno giorno su un treno non è da paese civile. Fossi stata un'anziana sarei finita con qualcosa di rotto o peggio. Non si può più uscire di casa. Grazie alla Polfer di Genova Sampierdarena per tutto ciò che sta facendo per trovare questi esseri».

Così abbiamo scritto all'autrice del twitt per domandare se avesse voglia di raccontare nei dettagli quanto accaduto. Ecco la risposta.

«Il giorno 1 febbraio ho preso il treno che va da Sestri Levante a Savona. Sono salita a Chiavari alle 14.43. Mi sono seduta lato finestrino nel senso di marcia, alle mie spalle avevo una porta a vetri, che dava sul vestibolo di salita e discesa dal treno. C'era un po' di gente ma accanto a me nessuno, così ho appoggiato giacca e tutto il resto li. Il telefono lo avevo tra la mia gamba e la borsa accanto a me. Il treno fa fermata a Genova Sampierdarena verso le 16, il corridoio si riempie di ragazzi che devono scendere. Si spingevano, a un certo punto uno di loro si china verso di me, me lo sono trovato faccia a faccia, mi spinge e prende il telefono. Io sono rimasta allibita. Mi sono alzata e mi sono messa a gridare, gli sono andata dietro, invece di scendere voleva passare tranquillo e calmo nell'altro vagone, l'ho tirato dicendo di ridarmi il telefono e lì un suo amico mi ha dato uno spintone. Nessuno si è alzato ad aiutarmi. Sono andata dalla porta del treno e mi sono messa a chiamare aiuto. Dopo poco è arrivato il capotreno che ha chiamato la Polfer, ma ormai si erano dissolti. La polizia sta facendo davvero di tutto per trovarli. Il ragazzo che mi ha preso il telefono era giovane e sembrava nordafricano, l'altro non saprei, è successo tutto così in fretta. In 40 anni in pieno giorno non mi era mai successa una cosa simile. Mi domando una cosa, fossi stata anziana e mi avessero spintonata, intera ci sarei ancora? Io dico che fa lo stesso per il telefono ma le mani addosso non me le dimentico».


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