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"Winter garden": mostra di Dana Santamaria a Palazzo Stella

Si inaugura sabato 6 ottobre 2018 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra personale di Dana Santamaria “Winter garden” a cura di Andrea Rossetti. La mostra resterà aperta fino al 17 ottobre 2018 con orario 15:00 – 19:00 dal martedì al sabato.

Tocco senza freni, rapido, metafora di un eclettismo senza aut-aut. L'opera di Dana Santamaria è l'inarrestabile prodotto di chi vede l'arte visiva coincidere con un'azione passionale, un atto che passo passo si attiene a condizioni dettate dal proprio fermento sentimentale. Libera a priori, la dimensione visuale dell'artista punta in alto, ad una spiritualità della formazione espressiva tutta stipata nelle sue pennellate indomabili, motivi cromatici trasognati che dialogando da pari a pari coinvolgono anche l'occhio meno attento - o smaliziato sui temi della contemporaneità artistica - a seguire empaticamente l'avventura di Dana.

La pittura come azione scissa pancia/cervello, tra gettarsi in un'espressività senza mezzi termini ed una riflessività immancabile. Tutto questo per Santamaria introduce gli effetti visivi di una cultura del sentimento come stato di fatto, come effetto pervadente e particolarmente efficace in quello sviluppo di un tessuto visivo pieno, pesante e fisico, inevitabilmente nato assecondando le posizioni/urgenze più espressioniste dell'artista. È una pittura portata a spingersi sempre un po' più in là, a sovrastare ogni ragione, così come a ritornare nel campo del cerebrale organizzando soluzioni totemiche, alternando figure ed immagini simboliche.

Essere in sinergia con ogni schizzo di colore e/o pennellata è chiave principale. E ancora, con ogni tratto di penna. L'importante è infatti non perdere di vista quel caratterizzante dinamismo che l'artista ha forgiato a sua immagine, tesaurizzazione di un futurismo sempre vivo e governato da un potere cromatico dall'assoluta capacità di convertirsi in movimento e viceversa. Un dinamismo continuamente rigenerato, rinascendo dalle ceneri delle sue s-composizioni iper-cromatiche per riformarsi in un tratto di penna Bic, tecnicamente sottile, asciutto, quasi inafferrabile. Ma che nel suo essere tendenzialmente ripetitivo sa essere mortalmente invasivo, coercitivo nel comporsi in spazi grafici senza aperta via d'uscita, preda di un funambolismo architettonico-geometrico alla Escher incastrato sull'etica di un poverismo-compulsivo alla Boetti. E in pieno stile Santamaria.


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