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"I vicini" di Fausto Paravidino all'Archivolto

Non aprite quella porta, non varcate quel pianerottolo. “I vicini” è una pièce costruita come un thriller sulle nostre paure, vere o immaginarie, e sulla diffidenza atavica nei confronti dell’altro.

Una giovane coppia appena trasferitasi in un nuovo appartamento. Lui sente dei rumori provenire dal pianerottolo. Cercando di non farsi sentire va a guardare dallo spioncino. I rumori cessano. Ritorna al suo posto. Quando Greta torna a casa glielo dice: mentre lei non c’era lui ha visto i vicini. Com’erano? Lui non sa dire, vedere non è capire, però ne ha paura. Perché? E chi lo sa, se sapessimo esattamente di cosa abbiamo paura, probabilmente paura non ne avremmo.

E Greta? Greta non ha nessuna paura dei vicini. Anzi, non vede l’ora di farne la conoscenza, lei ha paura della vecchia che vede di notte, la vicina che c’era prima che arrivassero i nuovi vicini. La vicina che c’era prima di morire. È un sogno? No. È un fantasma? Se non è viva e non è un sogno si suppone che sia un fantasma, lui, come la maggior parte delle persone che non li vedono non crede ai fantasmi, Greta, come la maggior parte delle persone che li vedono, sì, un po’ ci crede. I vicini non sembrano affatto pericolosi. Una sera si incontrano persino, tutti e quattro. Quella sera succedono cose strane, però non spiacevoli, bene. Solo che la notte la vecchia ricompare. Lei ha sempre più paura, lui ne ha sempre meno, ormai lui va d’accordo coi vicini, si vedono di nuovo. I vicini sono molto cambiati. In peggio. Perché?

Il nuovo spettacolo di Fausto Paravidino, drammaturgo affermato a livello europeo, gioca sulle nostre paure, reali o immaginarie. Riflette su noi stessi in relazione con gli altri, sui vicini lontani, sulla guerra, su quello che è reale, su quello che è immaginato, su quello che è reale perché è immaginato. Un po’ come certi fantasmi, un po’ come certo teatro.i v


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