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Velature dell'anima: Pia Labate in mostra a Palazzo Stella

La pratica pittorica di Pia Labate persegue, da sempre, un percorso di ricerca che prende in considerazione, parallelamente, due aspetti: l’interazione luce/colore da una parte e il valore spirituale della pittura dall’altra. L’atto del dipingere per quest’artista assume un valore profondo che trascende l’apparenza più immediata, sia del gesto in sé, sia del significato o del contenuto che si attribuisce alla singola opera: ogni quadro corrisponde a un’esigenza intima e in parte inconscia a cui non si può fare a meno di sottrarsi. Attraverso le dinamiche percettive del colore, unite alla compenetrazione tra differenti declinazioni tonali, l'artista riesce ad avviare l'esegesi di una realtà residuale e circolarmente perfetta; esistente in quanto soglia limite da superare, confine magnetico che attraendo verso - e oltre - sé induce ad un uso surreale del dettaglio concreto.

La tecnica utilizzata, delle velature, si fonda sulla totale padronanza del colore, ottenuta con lo studio di interazioni, miscele e dosaggi del pigmento, al fine di ricavare la più ampia gamma possibile di tonalità e variazioni. L’artista, indagando la modulazione graduata della scala cromatica, ottiene raffinatissimi giochi di sfumature, in una progressiva tendenza all’astrazione e alla de-materializzazione. Ogni sovrapposizione di colore dà vita ad un risultato visivo unico e irripetibile, perché basato su un delicato equilibrio di diluizioni della materia. Per Pia Labate, il colore è veicolo dell’anima, di sentimenti e percezioni profonde, che si materializzano sulla tela. La ricerca in campo pittorico coincide con un lavoro di introspezione su se stessi.

Una presenza appare costante, quella dell’acqua, intesa come elemento naturale, ma anche come simbolo: di cambiamento, di vita, del tempo che scorre o della purezza. L’acqua che diluisce il colore fino a scioglierlo, rendendolo trasparente, trasfigura l’immagine dipinta in un’emanazione a tratti indefinita, ma dal forte potere evocativo. La figurazione mutevole e fluida, l’immaginifica spazialità, la luce diafana, la preponderanza del colore sulla forma, che affiora e scompare, delineano una dimensione che esalta la profondità del sentimento e traduce la tensione verso un assoluto irraggiungibile, aprendo nuovi universi di consapevolezza e di conoscenza.

Pia Labate

Si diploma presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, sotto l'egida dei maestri Fieschi, Bellati, Rigon, Borella. Nel 1967 si trasferisce a Napoli, dove frequenta corsi di specializzazione presso l’Accademia di Belle Arti, con i maestri A. De Stefano e R. Spinosa. Entra a far parte del Centro Artisti Vomero, espone al Maschio Angioino e partecipa a eventi di livello nazionale e internazionale. Successivamente, istituisce laboratori di disegno, mentre inizia a frequentare - presso il Policlinico di Napoli Federico II - corsi di psicologia, sociologia, bioenergetica, omeopatia e fisica.

Nel 1994 rientra a Genova, dove riprende i contatti con il mondo artistico locale. In particolare con il suo maestro storico, Luigi Maria Rigon, e con la pittrice e scrittrice Luisella Carretta, interessandosi contemporaneamente a discipline alternative. Nel 2004 diventa docente di discipline artistiche presso l’UNITE - Università della terza età della Facoltà di Lettere di Genova, aprendo lo studio “Arte Laboratorio”, dove lavora con i suoi allievi. Dagli anni Settanta ha esposto in numerose mostre personali e collettive, ricevendo importanti riconoscimenti di critica. Suoi lavori sono presenti in collezioni private, in Italia e all’estero.


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