Toni Servillo: dalla Grande Bellezza a Le voci di dentro sul palco della Corte
Dopo l'incredibile successo della Grande Bellezza, culminato nella vittoria dell'Oscar, Toni Servillo continua la propria tournèe teatrale e dall'11 al 16 marzo fa tappa a Genova. L'attore sceglie di interpretare insieme con il fratello Peppe (voce degli Avion Travel) la commedia "Le voci di dentro", con cui Eduardo De Filippo (1900-1984) concluse la riflessione sulla condizione umana nell’Italia postbellica, completando un ciclo – iniziato con Napoli milionaria! – nel quale egli suggeriva si potesse trovare tutta la storia dell’umanità. Il tema centrale del testo di Eduardo, e ora anche dello spettacolo dei Servillo, è quello del ridare un senso alle parole e al pensiero al fine di ricostruire rapporti umani distrutti da anni di ipocrisie, di egoismi. Ne risulta che Le voci di dentro sembra sovente parlare in modo diretto del nostro presente. E non solo di quello italiano, se si considera l’entusiastica accoglienza che nell’estate passata il pubblico e la critica hanno riservato allo spettacolo nel corso delle sue rappresentazioni statunitensi.
Il poeta Salvatore Quasimodo racconta così questa commedia che Eduardo scrisse di getto (la leggenda dice in 17 ore) nel 1948: «Le voci di dentro sono quelle della coscienza. Queste voci "realizzate" da un sogno spingono Alberto Saporito ad accusare la famiglia Cimmaruga dell’uccisione dell’amico Aniello Amitrano. Dal sogno, la denuncia, le vane ricerche della polizia. Alberto è un uomo normale, non un invasato onirico: da qui la sua forza e la coerenza dello svolgimento drammatico della sua natura umana. Alberto è un uomo qualsiasi che ha sognato "le voci di dentro", quelle della verità; quelle voci che suo fratello Carlo rifiuta, che i Cimmaruga non avvertono più: le voci che hanno invece convinto zio Nicola, ora ottantenne, a tacere da molti anni, "perché il mondo è sordo"».
E Toni Servillo commenta, indicando nel contempo la direzione in cui si muovono la sua regia e la sua interpretazione di Le voci di dentro: «Qui il sogno produce realtà. Non è un problema di coscienze, per quanto nella commedia sia molto importante la questione morale. Qui questo grande autore nazionale, Eduardo, l’ultimo rappresentante di un grande teatro popolare, un teatro che si faceva perché un paese ci si rispecchiasse dentro come nella grande letteratura, capisce tre anni dopo il finale di speranza di Napoli milionaria! ("Ha da passá ‘a nuttata"), che le macerie lasciate dalla guerra sono macerie morali… da cui tutti i giorni vediamo ancora oggi che questo paese non riesce uscire». Così – in uno spettacolo in cui «il riso diventa stridore, la farsa lascia il passo al dramma, il grottesco e il sublime si affrontano in un teatro che fa di Napoli una metafora del mondo» ("Corriere della Sera") – a dieci anni esatti dalla memorabile messa in scena di Sabato, domenica e lunedì, Toni Servillo torna a Eduardo, «allestendo uno spettacolo che è un capolavoro di equilibrio e di finezza poetica, la perfetta espressione di uno stile personalissimo sospeso fra tradizione e innovazione» ("Il Sole - 24 Ore").