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ANNULLATO - Claudio Bisio porta "La mia vita raccontata male" da Francesco Piccolo al teatro Ivo Chiesa

A causa di un caso di positività al Covid19 riscontrato all’interno della compagnia tutte le repliche dello spettacolo “La mia vita raccontata male”, a partire dalla prima di questa sera, sono state annullate.

Cancellato anche l’incontro con il pubblico previsto per venerdì 21 gennaio nel Foyer del Teatro Ivo Chiesa.

Le modalità per il rimborso dei biglietti, cambio o annullo prenotazione sono indicate sul sito teatronazionalegenova.it 

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Un po’ romanzo di formazione, un po’ biografia divertita e pensosa, un po’ catalogo degli inciampi e dell’allegria del vivere, "La mia vita raccontata male", in scena al teatro Ivo Chiesa dal 18 al 23 gennaio 2022, segnala che se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all’indietro la strada è ben segnalata da una scia di scelte, intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli, spesso tragicomici o paradossali. In scena, Claudio Bisio.

Attingendo dall’enorme e variegato patrimonio letterario di Francesco Piccolo, lo spettacolo si dipana in una eccentrica sequenza di racconti e situazioni che inesorabilmente e giocosamente costruiscono una vita che si specchia in quella di tutti. Dalla prima fidanzata alle gemelle Kessler, dai mondiali di calcio all’impegno politico, dall’educazione sentimentale alla famiglia o alla paternità, dall’Italia spensierata di ieri a quella sbalestrata di oggi, fino alle scelte professionali e artistiche che inciampano  in Bertolt Brecht o si intrecciano con Mara Venier, lo spettacolo, montato in un continuo perfido e divertentissimo ping-pong tra vita pubblica e privata, reale e romanzata, racconta “male”, in musica e parole, tutto ciò che per scelta o per caso concorre a fare di noi quello che siamo.

Accompagnato dalle musiche composte da Paolo Silvestri ed eseguite dal vivo da due chitarristi non nuovi a imprese teatrali come Marco Bianchi e Pietro Guarracino, Claudio Bisio è perfettamente a suo agio nel gioco tra pubblico e privato, che caratterizza da sempre i testi di Francesco Piccolo, una sorta di auto-fiction che viene qui modellata sul protagonista ma tra le cui pieghe in molti potranno riconoscersi. Nella scena di Guido Fiorato, che cura anche i costumi, spiccano grappoli di libri e televisori accesi dal perenne segnale interrotto, illuminati dai colori accesi delle luci di Aldo Mantovani.

La conclusione di questo viaggio agrodolce, in cui si ride e ci si emoziona, è che la vita forse non è esattamente quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda. E che non sempre la si vive come vuoi tu, ma come vuole lei. Indirettamente lo spettacolo diretto da Giorgio Gallione è anche una riflessione sull’arte del narrare, su come il tempo modifica e trasfigura gli accadimenti, idealizzando il passato, cancellando i brutti ricordi e magnificando quelli belli, reinventando così il reale nell’ordine magico del racconto.

Claudio Bisio e Giorgio Gallione hanno lavorato insieme per la prima volta nello spettacolo Monsieur Malaussène (1997), tratto dall’opera di Daniel Pennac. Nell’ambito dell’esperienza del Teatro dell’Archivolto (che nel 2018 è confluito nel Teatro Nazionale di Genova) è maturato un sodalizio artistico che ha dato vita agli spettacoli La buona novella (2000), I bambini sono di sinistra di Michele Serra (2003), Grazie di Daniel Pennac (2005), Seta di Alessandro Baricco (2007), Io quella volta lì avevo venticinque anni di Giorgio Gaber e Sandro Luporini (2009), Father and son di Michele Serra (2014).

Premio Strega nel 2014 per Il desiderio di essere come tutti, Francesco Piccolo ha pubblicato numerosi libri di successo, da La separazione del maschio (Einaudi, 2008) a Momenti di trascurabile felicità (Einaudi 2010) a L’animale che mi porto dentro (Einaudi, 2018). Pluripremiato anche per il suo lavoro di sceneggiatore, ha collaborato tra gli altri con Nanni Moretti, Paolo Virzì, Silvio Soldini, Marco Bellocchio, Francesca Archibugi e con Saverio Costanzo per la serie L’amica geniale.


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