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"Estate in dicembre": storia corale, vivace, vibrante, tutta al femminile al Duse

Una storia corale, vivace, vibrante, tutta al femminile: generazioni e vicende diverse in una famiglia alle prese con la vita, l’amore e la morte, il lavoro e gli affetti, il dolore e i sogni: è "Estate in dicembre" di Carolina África Martín Pajares, in scena al teatro Duse dal 16 al 25 ottobre.

 Una storia apparentemente semplice, quotidiana, minimale: eppure nel fluire dei mille discorsi che si intrecciano e si sovrappongono c’è un ritratto lucido, a tratti crudele, ma impastato di tenerezza e empatia, di commovente sensibilità.

Opera aperta, in costante e mutevole divenire, Estate in dicembre è diventato spettacolo grazie all’incontro tra l’autrice, considerata tra le più interessanti voci del panorama spagnolo, e un gruppo di bravissime, eclettiche, autoironiche attrici italiane. Ed è un lavoro che sapientemente affronta, con un’allegria che dolcemente si unisce all’amarezza, tematiche e relazioni autentiche. Il testo è infatti capace di raccontare una situazione familiare e quotidiana, ovvero la vita di cinque donne appartenenti a tre generazioni diverse, la loro relazione con il mondo, con il futuro e con il passato. Donne che condividono la ricerca comune e incessante di quella cosa così incerta che chiamiamo felicità. Ed è appunto la felicità delle piccole cose, più che delle grandi conquiste, raccontata con garbo, nostalgia e sincera adesione.

Estate in dicembre, allora, è una dolceamara saga matriarcale, segnata dall’assenza del padre, dell’uomo, in cui troviamo una nonna, una madre e tre figlie che vorrebbero separarsi ma rimangono necessariamente unite. Un testo che potrebbe piacere a Pedro Almodóvar per quel clima da Donne sull’orlo di una crisi di nervi e che, sull’onda del grande successo alla penultima edizione della Rassegna di drammaturgia, torna ora in scena, in un felice abbinamento con quello che potrebbe essere un vero e proprio “sequel”, per Autunno in aprile.


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