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Caffè scientifici dell'IIT: sesto senso per muoversi nello spazio, tra robot e ricerca medica

La percezione del proprio corpo e delle informazioni che ci trasmette rappresentano una sorta di “sesto senso” che permette ad ognuno di noi di muoversi nell’ambiente in modo controllato e consapevole.

L’alterazione di questa modalità sensoriale ha un legame con le disfunzioni motorie dovute a danni al cervello, o a causa di eventi come le ictus o a patologie come il morbo di Parkinson. Si può recuperare? Esistono studi e modalità di recupero di tale “sesto senso” e saranno l’argomento del primo caffè scientifico “IIT si racconta” del nuovo anno, giovedì 14 gennaio, ore 18.30 presso la Pasticceria Liquoreria Marescotti di Cavo, Genova. All’incontro aperto al pubblico interverranno due ricercatrici dell’IIT, Marianna Semprini e Valentina Squeri. 

Spesso i deficit motori sono accompagnati da quelli sensoriali, in particolare dalla mancanza di capacità del cervello di “sentire” il corpo, ovvero di  non essere più in grado di captare ed elaborare in modo corretto le informazioni provenienti dal corpo, i cosiddetti segnali propriocettivi. A questo si somma un’alterata attività muscolare, caratterizzata da un’eccessiva o insufficiente attivazione muscolare. Il tutto porta all’impossibilità di eseguire movimenti corretti o, nei casi più gravi, il totale disuso di uno o più parti del corpo, quali per esempio gli arti. Il recupero motorio, quindi, non solo riguarda la capacità di eseguire il movimento ma anche di “sentirlo”.  Le comunità scientifica e clinica hanno iniziato ad interessarsi sempre più al ruolo della propriocezione, per la corretta riabilitazione delle performance motorie. All’IIT le due ricercatrici hanno approfondito gli studi su questo “sesto senso”, sviluppando un nuovo protocollo riabilitativo con robot.


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