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"Roberto Devereux" al Carlo Felice

Roberto Devereux debuttò al San Carlo di Napoli il 28 ottobre 1837 con un successo che confermò la predilezione del Donizetti tragico per i grandi soggetti di ambientazione nobiliare: l’opera, infatti, è il terzo capitolo del cosiddetto “Ciclo delle regine di Tudor”, inaugurato nel 1830 con Anna Bolena (il titolo che aveva aperto al compositore le porte dei teatri parigini) e proseguito nel 1835 con Maria Stuarda.

Lo stile compositivo di Donizetti si elevava davanti a vicende di amori irrealizzati in ambienti di corte (in questo caso quello di Elisabetta I e della Contessa Sara di Nottingham per Roberto Devereux, conte di Essex) e a figure femminili dello spessore drammaturgico delle regine di Tudor: lo testimonia il ruolo di Elisabetta, considerato uno dei più significativi ritratti di donna del melodramma romantico prima di quelli verdiani. E uno dei vertici assoluti del “bel canto”: il finale del primo Atto e quello del terzo (e ultimo) sono tra i più difficili ed estremi del repertorio belcantistico. Il libretto, efficace e conciso, è di Salvatore Cammarano, che si basò su uno precedente scritto da Felice Romani per Saverio Mercadante (ricavato a sua volta dalla tragedia di Jacques-François Ancelot Élisabeth d’Angleterre).

Opera intensa e potente sia musicalmente che teatralmente, Roberto Devereux va in scena quest’anno in un nuovo allestimento del Teatro Carlo Felice in coproduzione con la Fondazione Teatro La Fenice. La regia è affidata ad Alfonso Antoniozzi, baritono di fama mondiale e, dal 2008, anche regista. Le protagoniste femminili sono Sonia Ganassi (Sara) e Mariella Devia, giudicata una delle più grandi interpreti viventi del ruolo di Elisabetta.


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