Eventi

"Radiogiallo", all'Archivolto lo spettacolo si ascolta con le cuffie

1940. In un piccolo studio dell’E.I.A.R., l’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, sta per iniziare la diretta del radiodramma Il mistero del Labirinto, quando arriva un ordine del Ministero della Cultura Popolare, che su direttiva del Duce stesso, intima di cambiare il finale. Attori, rumoristi e regista cercano di trovare lì per lì una soluzione, mentre il microcosmo della radio diventa lo specchio di una realtà sotto censura, nella quale il raccontare è l’ingegnarsi a trovare scappatoie.

Questa è la situazione in cui si ritrovano catapultati gli spettatori di Radiogiallo, spettacolo nato all’interno del progetto AutoreVole, per il quale alcuni autori italiani, tra cui Carlo Lucarelli hanno scritto racconti, poi adattati e messi in scena da Fonderia Mercury sotto forma di audio-dramma.

Un audio-dramma è una storia concepita espressamente per l’oralità e l’udito, narrata da suoni e parole, da musiche ed effetti sonori che, mixati insieme, costituiscono l’immagine acustica. Una forma d’arte che vanta una lunga e nobile tradizione, con cui si sono confrontati molti grandi autori, daBertolt Brecht a Samuel Beckett a Orson Welles.

All’ingresso in sala ciascuno spettatore viene munito di cuffie, attraverso cui ascolta ciò che accade in scena, trovandosi totalmente immerso nella narrazione acustica. Il teatro si trasforma in uno studio di registrazione, con mixer, microfoni, leggii, copioni ed effetti speciali. Così il pubblico vede gli attori muoversi ma allo stesso tempo sente sbattere porte che nessuno ha chiuso e musiche che nessuno sta suonando.

Quanto avviene sul palcoscenico è al servizio di un’unica dimensione: quella dell’ascolto. Per gli spettatori è come entrare in uno studio radiofonico mentre è accesa la lucina rossa della registrazione.


Si parla di