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Presentazione del libro "L’impegno delle mazziniane per l’emancipazione femminile"

Il Museo del Risorgimento e Istituto Mazziniano (Via Lomellini 11, Genova) ospiterà mercoledì 6 giugno, alle ore 17.30 la presentazione del libro di Graziella Gaballo L’impegno delle mazziniane per l’emancipazione femminile. Il contributo di Elena Ballio (Edizioni Joker, 2018). Ad introdurre l’autrice sarà Augusta Molinari, ordinario di Storia contemporanea all’Università di Genova.

Questo lavoro delinea alcune direttrici intorno a cui si sviluppò, dopo la nascita del nuovo Regno, il movimento emancipazionista italiano che individuò nel mazzinianesimo la sola forza democratica in grado di dare voce a una domanda di autonomia e di cittadinanza femminile.

In tale contesto si colloca Elena Ballio (1847-1917), il cui percorso politico e culturale è al centro della presente ricerca. Il suo impegno si sviluppò, pur all’interno di una più ampia gamma di interessi, intorno a un filo conduttore principale che teneva strettamente intrecciati i temi dell’emancipazione femminile e della educazione e istruzione delle donne e si manifestò pubblicamente a partire dal 1867 quando, allora risiedente con la famiglia ad Alessandria, fu tra le fondatrici – insieme ad altre venticinque socie, tra cui la sorella Giulia – del Comitato per l’emancipazione delle donne italiane, nato in appoggio al progetto di legge per il voto alle donne presentato quell’anno in parlamento da Salvatore Morelli. Dall’anno seguente iniziò a collaborare al periodico emancipazionista “La Donna”, fondato nel 1868 da Gualberta Alaìde Beccari. Elena Ballio affiancò a quella di insegnante prima e di direttrice scolastica dopo alcune altre attività – di autrice di manuali, collaboratrice di riviste, conferenziera – mostrando di aderire a quel modello di “donna nuova” in grado di muoversi con autonomia e libertà e di trarre la propria indipendenza economica dal lavoro; l’emancipazione femminile è da lei intesa tuttavia non come oggetto di rivendicazione in sé, semplice risposta a una domanda di uguaglianza, bensì come mezzo per meglio adempiere il proprio dovere nella sfera pubblica, in quel gioco di equilibrio tra diritti e doveri che è alla base del pensiero di Mazzini.


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