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"Odissea un canto mediterraneo": il progetto di Sergio Maifredi al Teatro della Corte

Da Genova al Medio Oriente, passando per il nostro Sud in compagnia di artisti saldamente ancorati alla tradizione popolare. "Odissea un canto mediterraneo" va in scena dal 26 al 31 marzo 2019 al Teatro della Corte.

Mercoledì 27 marzo, nel foyer del Teatro della Corte alle ore 17, conversazione con Sergio Maifredi, Mario Incudine e Peppe Servillo. Conduce Umberto Basevi. Ingresso libero.

Lo spettacolo è dedicato al viaggio e alla capacità dell’uomo di raccontare storie: al viaggio inteso come andare via dalla propria terra, perché non ci appartiene; al viaggio inteso come capacità di ritornare per ripartire ancora.

«Odissea un canto mediterraneo – dice Sergio Maifredi – è uno spettacolo nato sulle sponde del mediterraneo che mette in scena gli odori dei porti, il sapore delle spezie e del sale e le voci dei popoli che sono alle origini della nostra cultura ancora una volta, restituendo parole antiche per pensieri nuovi». I registi Maifredi e Mario Incudine, che ha composto le musiche dello spettacolo, guidano il passaggio naturale dalla parola cantata alla parola che narra, affidata a due grandi interpreti come lo stesso Incudine e Peppe Servillo, circondati da altri artisti ancorati alle radici della tradizione popolare: Antonio Vasta, impegnato anche come direttore musicale, Anita Vitale, Giorgio Rizzo, Antonio Putzu, il cantante palestinese Faisal Taher e l’Orchestra popolare siciliana.

Parla la lingua del Mediterraneo, questo spettacolo, un portolano che sa di arabo e genovese, persiano, greco, spagnolo e siciliano; una lingua di tutti e di Nessuno, una lingua di scambi e di commercio. Evocando i racconti che appartengono all’immaginario collettivo, a partire dall’Odissea: «Da Omero – conclude Sergio Maifredi – prendiamo la storia, i personaggi, i momenti fondamentali del racconto epico. Prendiamo tutto e al tempo stesso tutto è reinventato: Odisseo compie un nuovo viaggio in un Mediterraneo contemporaneo, inseguendo il desiderio di essere finalmente Nessuno».


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