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"Non si uccidono così anche i cavalli?": il gioco al massacro dei reality alla Corte

Dla 17 al 20 ottobre 2019 arriva al Teatro della Corte "Non si uccidono così anche i cavalli?", maratona di ballo trasformata in un gioco al massacro per accrescere il gradimento del pubblico, tra lustrini e coreografie trascinanti. Niente di più attuale nell’epoca dei reality.

Si parte con un “contest” o un “talent” – così forse lo chiameremmo oggi. Ma stavolta la gara è un vero e proprio gioco al massacro. "Non si uccidono così anche i cavalli?" è stato, inizialmente, un romanzo scritto nel 1935 da Horace McCoy; poi è diventato film, diretto nel 1969 dal genio di Sidney Pollack: talmente noto che quel titolo è entrato nell’immaginario collettivo, come una espressione che sta a indicare proprio la cinica, aspra, inesorabile fatica per apparire, per conquistarsi il famoso quarto d’ora di celebrità. O semplicemente per sopravvivere.

La storia della folle maratona di ballo, lunga giorni e notti, senza interruzioni, abbraccia un popolo minuto, concorrenti che sono individualità e mondi. Per chi vince c’è un premio in denaro, la fama: basta seguire i consigli o gli ordini di Joe, l’organizzatore, il mattatore che guida, controlla, ricatta, spinge, spreme, incita. Ci sono scommesse del pubblico, c’è l’attenzione dei registi, dei produttori, dello “star-system”. E i concorrenti, come la giovane Gloria, non possono fare altro: devono danzare. Chi si ferma è perduto nella maratona della vita.

La versione teatrale, adattata da Giancarlo Fares, che ne cura anche la regia, opera uno slittamento temporale e dunque musicale: la musica e le canzoni in stile originariamente swing, diventano elettro-swing, assumono colorature di jazz manouche, composte appositamente per lo spettacolo dal compositore romano Piji, protagonista della scena pop jazz italiana. I musicisti suoneranno dal vivo interagendo con le voci degli attori in scena. Le coreografie sono di Manuel Micheli, coreografo nel programma Rai "Ballando con le stelle". Uno spettacolo corale, uno spaccato di vita, una danza vitale e drammatica, travolgente e divertente. Perché si sa: the show must go on…


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