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"Morgana di Avalon", il mito rivive al Garage

Arriva sul palcoscenico del teatro Garage (sala Diana) il mito di Avalon, l’Isola delle nebbie, luogo dei processi magici di trasformazione e rinascita, quello di Camelot dimora del grande Re Artù e dei suoi cavalieri della tavola rotonda sono legati indissolubilmente alle leggendaria spada Excalibur, alla ricerca del Graal e ai personaggi che ne sono protagonisti: Ginevra, Lancillotto, Merlino, Viviana e lei, Morgana, la sorella di Artù, esperta di incantesimi e di sortilegi, la sacerdotessa della dea, figura controversa che si ritrova in tante versioni del mito, assumendo tratti negativi e da guaritrice diventerà traditrice e maga. Da una di queste versioni, quella di Marion Zimmer Bradley, scaturisce l’ispirazione dell’autrice Lunastella il Tasso a scrivere per il teatro, mettendo al centro proprio Morgana che evoca sulla scena la propria storia.

Avventura, lotta, potere, amore, gelosia, intrighi, fede e tanto altro compongono un mosaico variopinto che la regia colloca in uno spazio fantastico, irreale ed evocativo entro cui si agitano le passioni e le tensioni dei personaggi di una favola senza tempo che, per certi versi, richiama il nostro tempo agitato.

Il contrasto e la separazione delle forze anima lo scontro su diversi livelli, personale e pubblico: la passione degli amanti in un caso, la lotta per il potere, l’affermazione dell’ideologia dall’altro; le guerre di  religione, le sfide e le trame di personaggi senza scrupoli o sinceramente animati da un “credo” quale che sia, sono forse aspetti di un’epoca piuttosto che un’altra?

A noi adulti di oggi, indipendentemente dalle posizioni personali, resta la possibilità di farci trascinare dentro un mondo fantastico, per sognare di tempi e luoghi da favola con lo stesso coinvolgimento che hanno i bambini di fronte alla fiaba.


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