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Mica come Prévert: collettivo cardiopoetica

Poesie a tre voci per raccogliere silenzi, far maturare dubbi e generare una parola vera.

Mica Come Prévert. Lui sì, lui la direzione l’aveva. Anzi aveva Parigi e amava Barbara. Mica come tutti quelli che hanno sempre saputo dove andare. Mica come i poeti che guardano la luna e dedicano poesie ai loro amori. Mica come Colombo che ha baciato la terra e l’ha dedicata alla sua regina. Mica Come Prévert è un reading a tre voci, silenzio e chitarra elettrica, per raccogliere silenzi, far maturare dubbi e generare una parola vera.

Il reading è sul libro di poesie del collettivo Cardiopoetica "Quanto silenzio, amore mio, per una parola vera" (ed. Ensemble). Hanno vinto il premio «Fabrizio De André» per la poesia (Macale, 2015; finalista 2017), il premio internazionale «Alda Merini-Brunate» (Appetito, 2016) e molti altri riconoscimenti (tra cui il Pasolini Roma 2013). Scrivono per il teatro e per alcune pagine online di letteratura. Curano la rubrica «Sguardi InVersi» su RadioBullets.com, webradio vincitrice del premio Google per l’innovazione nel giornalismo digitale (2016). Nel frattempo, attraversano l’Italia con i loro spettacoli.

Collaborazioni rilevanti: Pino Insegno, Massimo Giuntini (ex Modena City Ramblers), Marco Guadagno, Vincenzo Costantino, Clara Galante, Terra Nullius, Rivista Letteraria Italiana, Festival di Paesologia di F. Arminio (2017)
Daniil Charms affermava che "bisogna scrivere versi tali che a gettare una poesia contro la finestra il vetro si deve rompere." Può capitare, talune volte, che la finestra sia aperta, che i versi non incontrino nessuna resistenza e allora, la poesia, deve avere lo slancio per precipitare sul cadavere del poeta disteso sul marciapiede sottostante. Ogni poesia porta alla ricongiunzione, a un atto bulimico di gioia per le cose passate, morte. Il libro "Quanto silenzio, amore mio, per una parola vera" è questo: un senso di pace, una festa funebre, una carezza lasciata tra i monili di vecchie amanti. Soprattutto è la volontà di indagare il silenzio - quel silenzio devoto di chi tenta una rapina - mettendo in dubbio qualsiasi certezza, passando tra gli stessi dubbi e parole. Una volta trovata la propria personale verità, le parole tutte possono diventare il nostro inno.

Sul palco: Mariano Macale / Marco De Cave / Fabio Appetito


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