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Festival Pop della Resistenza: Aria di libertà al Ducale

Il Festival Pop della Resistenza presenta venerdì 24 aprile a Palazzo Ducale, Aria di libertà, l'incredibile storia del partigiano-bambino genovese Mario "Aria" Ghiglione raccontata da:

-uno spettacolo di teatro-canzone di Gian Piero Alloisio (con Gianni Martini alle chitarre e Claudio Andolfi alle percussioni)

-una breve relazione storica del senatore Federico Fornaro (autore del libro "Aria di libertà")

- domande degli studenti delle scuole genovesi al partigiano "Aria" (protagonista della storia) e alcuni originali interventi in video, cori e performances...  

NOTA DELL'AUTORE GIAN PIERO ALLOISIO

Per essere trasmessi alle nuove generazioni, i contenuti storici e valoriali della Resistenza devono essere veicolati attraverso storie in cui i ragazzi possano riconoscersi.

Per questo, per celebrare il Settantesimo Anniversario della Liberazione, ho scelto di trasformare in un testo di teatro-canzone il libro di Federico Fornaro "Aria di libertà".

La vicenda di un  ragazzino di dodici anni che trova in sé, senza l'aiuto della famiglia, gli strumenti critici per comprendere il regime fascista e combatterlo, affascinando i giovani, unisce varie generazioni. Fruito fino ad ora, fra Liguria e Piemonte, da migliaia di spettatori d'ogni età, "Aria li libertà" si dimostra un validissimo strumento didattico.     

LA STORIA DI "ARIA" 
Nell'estate del 1944, a soli quindici anni, Mario, giovanissima staffetta partigiana, sale in montagna tra i ribelli del Monte Tobbio, ai confini tra Liguria e Piemonte. Sceglie un nome di battaglia che esprime tutto il senso liberatorio della sua scelta: "Aria". La storia di Aria è l'avventura semplice e naturale di un adolescente alle prese con un mondo sconvolto dalla guerra e una patria dominata dall'odio politico e razziale. La sua famiglia non si occupa di politica, non è schierata contro il fascismo, eppure Aria matura lo stesso la sua scelta, creando in sé il pensiero critico che gli permette di ribellarsi alla grande bugia del regime in cui è stato educato. Durante il rastrellamento nell’Ovadese viene fatto prigioniero, picchiato a sangue e costretto ad assistere all'impiccagione del suo migliore amico. Miracolosamente scampato all'esecuzione, viene rinchiuso in un castello-carcere da cui riesce a fuggire grazie all'aiuto di tre ragazzine e fa in tempo a prendere parte alla liberazione di Alessandria. Il motore della scelta di libertà di "Aria" non è l'ideologia ma la gioventù.

TEATRO E CANZONI

Alloisio, figlio e nipote di partigiani,  racconta la storia del partigiano "Aria" con monologhi drammatici, poetici, a volte divertenti, e canzoni. Fra queste c'è "La mia infanzia" di Jacques Brel, tradotta dallo stesso Alloisio, " Tanto pe’ canta' " di Ettore Petrolini, un artista che sfuggì all'omologazione del pensiero unico fascista attraverso la sua scrittura surreale, "Siamo i ribelli della montagna”, scritta dai partigiani “Lanfranco” e “Cini” della III brigata Garibaldi "Liguria", "Lager" scritta da Francesco Guccini per l'Assemblea Musicale Teatrale, "Ogni vita è grande" e "Non c'è lavoro", due brani ormai classici di Alloisio, e la canzone di Gaber-Luporini "La libertà".   

ALTRI INTERVENTI

Durante la serata interverranno lo storico Federico Fornaro e lo stesso partigiano Mario "Aria" Ghiglione (recentemente insignito del titolo di "Cavaliere della Repubblica"). La serata si concluderà con i contributi degli studenti delle scuole genovesi dedicati alle Resistenza, con l'intervento del Coro Daneo diretto da Gianni Martini e di altri Ospiti.

La serata ha il patrocinio e il sostegno di : Regione Liguria, Istituto Ligure Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, Comune di Genova- Genova Città Metropolitana, Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova Municipio I Centro Est e il patrocinio di ANPI nazionale, Ufficio Scolastico Regionale Liguria

HANNO DETTO DI ARIA DI LIBERTA’

Massimo Bisca (Presidente ANPI Genova Provincia)

“Non è facile parlare dell’ultima fatica di Alloisio, io ne sono stato colpito profondamente. Prima di tutto è un’opera che ti prende l’anima e a mio modo di pensare questo accade perché insieme alla storia che racconta di Resistenza, dei drammi e delle tragedie che si sono vissuti in quei venti mesi, si parla anche dell’oggi. In questo secondo me, è vincente aver inserito delle canzoni che fanno da cerniera tra un pezzo recitato e un altro. Non sono solo un collante, ma la canzone “ Siamo i ribelli della montagna”, inno partigiano scritto alla Benedicta e i testi di Gaber e Guccini sono un tutt’uno con le stesse canzoni scritte da Gian Piero. Sono, più che altro, uno stimolo per la riflessione che nasce dalle vicende della Resistenza così ben legate alle problematiche dei giorni nostri, espresse in modo coinvolgente, non solo attraverso il canto e i testi di Gian Piero (“ Ogni vita è grande” e “Non c’è lavoro” sono davvero belle e struggenti), ma rese ancor più penetranti grazie alla maestria di chi con lui è sul palco, come il chitarrista Martini. Davvero un bel modo per raccontare quali sono le radici della nostra libertà e quali sono i valori per i quali, forti della storia del nostro Paese, è necessario battersi per essere degni dell’eredità che ci hanno lasciato i nostri padri.”


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