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Torna la Maratona Suq al Duse: prima le donne... e le bambine

Maratona in tre spettacoli diversi riproposti dalla Compagnia del Suq e uniti insieme dall’attenzione per il tema della femminilità di etnie diverse, ma anche dalla coniugazione di un teatro che intreccia narrazione e musica, l’impegno civile e i valori della solidarietà.

Teatro musicale, civile, contemporaneo, con attenzione alle tematiche del dialogo tra culture, capaci di toccare il cuore dello spettatore con innesti nell’attualità e sguardi in un passato da non dimenticare. Al centro della “maratona” sono le donne. Donne di tutte le latitudini: dall’avventuriera inglese cacciatrice di farfalle di fine Ottocento protagonista di Buttefly Bazar, alla Mama Africa bandiera della lotta contro l’apartheid in Sud Africa, per arrivare alle Madri clandestine, cioè alla maternità negata e offesa, ma anche a quella aperta alla speranza di un futuro diverso, di un nuovo domani simboleggiato dalla bimba nata su un barcone di migranti.

Prima le donne… e le bambine è il sottotitolo comune che la Compagnia del Suq ha scelto di dare ai suoi tre spettacoli ospitati dal Teatro Stabile di Genova nel corso di una “maratona” teatrale che comprende otto recite complessive. Il primo (Butterfly Bazar, in scena il 19, 20 e 21 aprile) è ispirato alla vita di una eccentrica entomologa inglese, Margareth Fountaine (1862-1940), che a testimonianza della sua lunga vita di viaggiatrice ha lasciato dodici volumi di diari e ventiduemila esemplari di farfalle. Il secondo (Mama Africa, in scena il 25 e 26 aprile) è un omaggio a Miriam Makeba (1932-2008) che intreccia narrazione e musica per raccontare la vita dell’artista africana simbolo della lotta contro il razzismo, morta sul “campo” nel novembre del 2008. Mentre il terzo (Madri clandestine, in scena il 28, 29 e 30 aprile) affronta il tema della maternità, seguendo il filo della solidarietà femminile che attraversa culture e latitudini differenti.

Le tre pièces vengono riproposte nella stagione di ospitalità 2016/2017 del Teatro Stabile di Genova che negli ultimi anni ha ospitato, coprodotto o – nel caso di Café Jerusalem –  anche prodotto alcuni spettacoli della Compagnia del Suq. Una Compagnia che insieme al Festival, giunto alla 18esima edizione, ha saputo in questi anni conquistare tanti riconoscimenti tra cui quello di “best practice” d’Europa per il dialogo tra culture e il patrocinio UNESCO, oltre all’affetto di un pubblico vasto (oltre 70.000 le presenze al Suq Festival  2015), che volentieri si lascia coinvolgere anche a teatro.


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