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Il "Don Giovanni" di Mozart in chiave rock al Carlo Felice

Sabato 30 gennaio alle ore 20.30, il Teatro Carlo felice presenta la prima dello spettacolo "Don Giovanni - Dramma giocoso in due atti", sulle musiche di Wolfgang Amadeus Mozart e i testi di Lorenzo Ponte. Una rivisitazione in chiave rock di un grande classico, a cura dell'abile regia di Rosetta Cucchi, con le scene di Andrea De Micheli e i costumi di Claudia Pernigotti. 

Don Giovanni, l’opera di Mozart e Da Ponte che il pubblico di Praga applaudì con entusiasmo il 29 ottobre 1787 al Teatro Nazionale, non fu solo il bis del successo che gli autori avevano ottenuto l’anno precedente con le recite praghesi de Le nozze di Figaro: sarebbe diventata l’opera più analizzata nella storia del teatro musicale. Con il Don Giovanni di Mozart e Da Ponte si sono misurati, e ancora si misurano, tutti: non solo musicisti e musicologi, ma anche psicologi, filosofi, sociologi, critici letterari, narratori, poeti, cineasti.

L’ambiguità con cui Mozart e Da Ponte trattano il soggetto – dichiarata fin dal sottotitolo: “dramma giocoso” – rende infatti infinite le possibili chiavi di lettura. Il Don Giovanni mozartiano-dapontiano non è solo un seduttore compulsivo, è anche un egoista, un cinico, un nobile senza scrupoli e senza sentimenti che disprezza tutti tranne se stesso. Eppure è rappresentato come un eroe (anche se «un eroe della dannazione», come scrive Alberto Savinio). E la morale conclusiva, «questo è il fin di chi fa mal», cantata dagli altri personaggi dopo che Don Giovanni è precipitato all’inferno, non è certo la risposta che esaurisce tutte le domande: Don Giovanni non c’è più e non tornerà più, ma Donna Anna, che da Don Giovanni ha subìto un tentativo di conquista con la forza e l’inganno, farà aspettare ancora un anno il promesso sposo Don Ottavio prima di diventare sua moglie. E Donna Elvira, sedotta e abbandonata da Don Giovanni, si ritirerà in convento a rimpiangerlo per sempre. Don Giovanni brucia all’inferno, ma il suo passaggio sulla terra ha lasciato il segno: nulla, dopo di lui, è più come prima. La varietà inesauribile della musica mozartiana, drammatica, comica, commossa, popolaresca, malinconica, esuberante, spaventevole, secondo le situazioni che si succedono sul palcoscenico, esalta le contraddizioni che accompagnano da sempre l’antica leggenda del libertino impenitente e la rendono ancora viva e attuale.

Lo spettacolo sarà in replica il 31 gennaio, e il 2, 3, 6 e 7 febbraio.

Il capolavoro mozartiano sarà presentato in un allestimento che è frutto di una collaborazione nazionale ed internazionale tra il Teatro Carlo Felice e: Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Teatro del Giglio di Lucca, Opera de Tenerife.

La regista Rosetta Cucchi commenta: «Ho voluto scegliere come tema conduttore non un tempo ma un luogo ben preciso che sono gli Stati Uniti d’America dove lo stesso Da Ponte trascorse l’ultima parte della sua esistenza morendo a New York e dove si spese tanto fino a riuscire a metter in scena nel 1825 proprio il Don Giovanni nella speranza di far nascere un primo teatro d’opera. Perché l’America del Novecento? Perché più che in altri paesi è lì che l’uomo ha avuto la possibilità e la forza di costruire il proprio futuro – il famoso self made man dove si scommette sull’essere umano e non sulla predestinazione e dove naturalmente il fallimento è ancora più cocente e inaccettabile. Questo Don Giovanni si posiziona, come periodo storico negli anni ottanta: l’America e i suoi miti hanno ricevuto una batosta notevole, il Vietnam, la contestazione giovanile e le politiche corrotte hanno incrinato il “sogno americano"».


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