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"Città bruciate" di Gianfranco Oretti della Volta

Città e architettura hanno condiviso sino ad oggi la responsabilità di dare forma e luogo coerenti ad ogni epoca storica, ogni evoluzione politica e ogni progresso del pensiero occidentale.

Nella tradizione del pensiero architettonico, il progetto della città,
inteso come l’insieme dei processi di strutturazione del territorio
intorno all’idea di uomo e società, è legato a quello di una molteplicità di funzioni di varia origine e indole, economiche, sociali, culturali e religiose, quindi analogamente, essendo l’uomo definito come il perno della città diventa anche il simbolo della stessa e l’atto del bruciare è, per l’artista, una provocazione di pensiero del cancellare tutto ciò che è sbagliato e che può creare disagio all’interno della persona.

La profondità di questo pensiero viene espressa da Gianfranco Oretti della Volta con tecniche che, sottolineano la necessità di intervenire in aiuto delle città; il riciclo è infatti una modalità artistica che vuole sensibilizzare il pubblico nell’avere attenzione a ciò che avviene nel territorio, utilizzando materiali poveri, compatibili tra loro, egli riesce con molta abilità, a trasmettere emozioni dando una seconda vita agli oggetti come se desse a ciascuno di noi una nuova opportunità.
 


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