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Visite, giochi, performance di Danza al Castello per le Giornate Europee del Patrimonio

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2019, Castello D’Albertis Museo delle Culture del Mondo è lieto di presentare un ricco programma di iniziative gratuite rivolte ad adulti, famiglie e bambini.

Sabato 21 settembre alle ore 11,30 e alle 14,30 la Cooperativa Solidarietà e Lavoro propone GLI ENIGMI DEL CAPITANO, una visita gratuita alla scoperta del Castello, coadiuvata da giochi enigmistici e indovinelli che sveleranno la vita avventurosa del Capitano D’Albertis ed i segreti della sua dimora.
Info: visita gratuita, ingresso promo al museo € 3. E’ richiesta la prenotazione entro il giorno precedente l’attività al numero 010.2723820

Domenica 22 settembre alle ore 17 è prevista una visita gratuita al parco e al castello visto attraverso gli occhi del Capitano a cura della Cooperativa Solidarietà e Lavoro (ingresso promo al museo € 3- visita gratuita).
Alle ore 18,15 i visitatori potranno assistere alle performance di danza di Federica Loredan, in particolare un estratto dello spettacolo “Sirene” e un primo studio di Gocce, la nuova creazione della brava coreografa e ballerina dedicata agli antichi mestieri, raccontati attraverso i linguaggi della danza e della body music (ingresso libero). La figura della lavandaia prenderà vita nell’intreccio tra una danza di impatto e fortemente iconica come l’Hip hop, usata in maniera decontestualizzata, una tecnica antichissima come il Body percussion, composizioni ritmiche originali e tradizionali, gesti rituali. Interpreti: Federica Loredan, Giorgia Ponticello, Melissa Monti. Coreografia e composizione ritmica: Federica Loredan.

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio sono gradite donazioni liberali a favore del restauro della Venere oggetto di crowdfunding sulla piattaforma di retedeldono dal 1 ottobre 2019. Acquistata all’asta dal Capitano d’Albertis nel 1877, la Venere del Castello riproduce in tutta la sua bellezza la Venere di età classica ritrovata nell’isola greca di Milo nel 1820. La scoperta colpì l’immaginario collettivo di critici ed artisti, che continuarono per tutto il XIX secolo a celebrarla nel mondo come simbolo della bellezza femminile. Affascinato certamente da un’opera così enigmatica e misteriosa, il Capitano D'Albertis ne volle una riproduzione per collocarla nel parco della sua dimora genovese e la commissionò in un materiale del tutto innovativo per l’epoca: la pietra artificiale. Proprio grazie all’impiego di un materiale nuovo e ancora in fase di sperimentazione, la Venere di Castello D’Albertis si caratterizza in maniera inedita e originale rispetto alle copie di quel periodo. Si tratta dunque di un’opera d’avanguardia, in piena coerenza con il carattere di esploratore ed anticipatore del suo committente-ideatore.
Oggi le condizioni conservative della Venere appaiono estremamente gravi e progressive a causa dello sbriciolamento della pietra artificiale. Per la sua collocazione centrale nel giardino che si affaccia sulla città, è diventato prioritario fermare il degrado di questa opera di avanguardia dovuto agli agenti atmosferici che da circa 150 anni ne erodono le sembianze.

Si ricorda, infine, che con il normale biglietto di ingresso del museo è visitabile anche la mostra PAESAGGI INTERIORI/ LANDSCAPES FROM WITHIN, rappresentazione di come il territorio e le tradizioni soffochino l'identità delle popolazioni che ne sono parte quando sono viste attraverso la lente dell'essere indigeni, del diritto alla sovranità e delle attuali condizioni di vita a Turtle Island. Turtle Island è il territorio oggi meglio conosciuto come Nord America, che come noto fu “frequentato” da Cristoforo Colombo.

La mostra organizzata negli spazi storici di Castello D'Albertis di Genova, è un forte richiamo alla sempre presente questione della decolonizzazione all’interno delle istituzioni artistiche e mette in moto una riflessione relativa agli stati d’animo individuali su queste tematiche di carattere nazionale e sociale. Nonostante Colombo non si sia mai insediato o abbia conquistato Turtle Island, la sua influenza intergenerazionale sul genocidio degli indigeni ha tormentato le popolazioni native di quest'isola per secoli, le cui profonde tracce cariche di sentimenti razziali sono ancora oggi percepibili.


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