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"Buon anno, ragazzi" al Duse

Un’esilarante commedia sull’incapacità di esprimere i nostri sentimenti, protagonista un insegnante precario, compagno e padre ancora più precario.

Dopo il sorprendente Per strada, commedia che ha tenuto banco con successo sulla scena milanese, l’intesa tra Francesco Brandi, drammaturgo e attore, e la acuta regia di Raphael Tobia Vogel dà nuovi frutti. È il caso di Buon anno, ragazzi, brillantissimo testo che parte da una situazione quasi paradossale: la notte di Capodanno un appartamento si affolla di ospiti a sorpresa, anche se il padrone di casa aveva scelto la solitudine.

Il protagonista di questa storia è un insegnante di filosofia, scrittore precario, compagno e padre ancora più precario: ma quando la casa si riempirà di persone che invece, consapevolmente o inconsapevolmente, hanno bisogno di lui, le cose cambieranno… Magda Poli, sul Corriere della Sera, ha scritto: «Oggi è più arduo vivere del mestiere dell’attore o darsi alle rapine? Che dire poi del tramviere-spacciatore dal cuore gentile? Buon anno, ragazzi, seppure con un che di artificioso sul filo del paradossale, lancia uno sguardo malinconico sulla difficoltà di vivere in una società regno della frustrazione dove tutti non sono come vorrebbero e le ambizioni si infrangono sulla granitica e spiazzante realtà».

Brandi, classe 1982, si diploma in recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma sotto la direzione di Giancarlo Giannini, prosegue la carriera, dividendosi tra cinema, tv e teatro. Raphael Tobia Vogel, videomaker, documentarista e autore di cortometraggi, ha lavorato come assistente con registi come Pupi Avati e Gabriele Salvatores. Dal felice incontro dei due, dunque, scaturisce un teatro arguto, vivace, spiazzante: dialoghi e battute che non dispiacerebbero a Woody Allen o – perché no? – ad Harold Pinter. Con un sottotitolo che lascia aperta la questione: «Perché dobbiamo aspettare che ci crolli tutto addosso per diventare migliori?».


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