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"Bianca e Fernando": l'opera di Vincenzo Bellini torna al Carlo Felice

Debutta al Teatro Carlo Felice di Genova venerdì 19 novembre 2021 alle ore 20, con repliche sabato 20, domenica 21 e domenica 28 novembre alle ore 15 e martedì 30 novembre alle ore 20 "Bianca e Fernando", melodramma serio in due atti di Vincenzo Bellini.

Si tratta della prima esecuzione moderna nella versione realizzata per la storica inaugurazione del teatro, il 7 aprile 1828.

Il titolo, che manca a Genova dal 1978, viene presentato in un nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice, con gli ampi passaggi musicali composti da Bellini per l’occasione e il libretto di Domenico Gilardoni revisionato da Felice Romani finalmente riportati alla luce.

Donato Renzetti dirige l’orchestra e il coro del Teatro Carlo Felice, preparato da Francesco Aliberti, per la regia, con le scene e i costumi di Hugo de Ana, le luci di Valerio Alfieri. Il cast vocale è composto da Salome Jicia/Francesca Tiburzi (Bianca), Giorgio Misseri/David Ferri Durà (Fernando), Nicola Uliveri/Simon Lim (Filippo), Alessio Cacciamani/Francesco Leone (Carlo), Elena Belfiore (Viscardo), Giovanni Battista Parodi (Clemente), Carlotta Vichi (Eloisa), Antonio Mannarino/Renato Parachinetto (Uggero).

L’opera, trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio3 in occasione della prima di venerdì 19 novembre, sarà oggetto di una ripresa video in HD che confluirà in un DVD edito da Dynamic. È inoltre allo studio una collaborazione con Rai Cultura.

"L’allestimento di Bianca e Fernando tocca le corde più profonde della storia musicale genovese, gettando nuova luce sulla sua fiorente civiltà musicale - spiega il Sovrintendente Claudio Orazi -. Anzitutto è l’opera che il 7 aprile 1828 inaugurò il Teatro stesso, come ricorda una cronaca del tempo 'alla presenza de Reali Sabaudi, tra il giubilo e l’ammirazione de’ cittadini e de’ molti forestieri tratti a Genova da così splendida festa'. La ricostruzione storica dell’avvenimento permette quindi dare il giusto risalto a uno dei protagonisti della scena culturale dell’epoca, fautore della scelta dell’opera belliniana in questa circostanza: il poeta genovese Felice Romani, massimo librettista italiano della prima metà del secolo, che in qualità di referente artistico dell’organizzazione aveva concepito per questa singolare occasione un cartellone denso di primizie, coinvolgendo – quasi in concorrenza tra loro – alcuni tra i maggiori operisti del tempo e provvedendoli appositamente di soggetti e di rime. Il primo a rispondere all’appello fu appunto Bellini, che per l’occasione – potendosi giovare anche dei sapienti interventi drammaturgici del prediletto Romani – decise di riprendere un lavoro già presentato due anni prima a Napoli su libretto di Domenico Gilardoni: Bianca e Gernando. Ma il triduo inaugurale comprese anche 'Alina, regina di Golconda' di Gaetano Donizetti, che debuttò il successivo 12 maggio Colombo, titolo fortemente identitario, di Francesco Morlacchi, che debuttò a sua volta il 21 giugno".

La prima esecuzione moderna dell’opera è l’occasione per ascoltare finalmente preziose pagine belliniane andate perdute, tra cui quelle dell’Allegro in re maggiore che integrava la breve sinfonia d’apertura originaria ed alcune arie dell’opera tra quelle citate da Bellini nelle sue lettere, oggi tornate alla luce. Tale risultato è frutto del capillare lavoro di ricerca promosso dalla Fondazione Teatro Carlo Felice nell’ambito del progetto Civiltà musicale genovese, realizzato in collaborazione con il Centro Studi belliniani e la Fondazione Bellini di Catania sotto il coordinamento della musicologa Graziella Seminara, specialista del compositore e prossima curatrice della partitura per l’edizione critica nazionale delle Opere di Vincenzo Bellini. La città di Genova a sua volta ha favorito il ritrovamento di alcuni importanti materiali, rinvenuti nel Museo del Risorgimento e nella biblioteca del Conservatorio Niccolò Paganini. Tali cimeli saranno posti al centro di una mostra dedicata a Genova, 7 aprile 1828, a cura di Francesco Zimei, completata da un incontro di studio aperto al pubblico, con la partecipazione in veste di relatori dei massimi studiosi della materia: Fabrizio della Seta, Graziella Seminara, Alessandro Roccatagliati, Raffaele Mellace, Stefano Verdino e Francesco Zimei.»

La trama

La trama di Bianca e Fernando ricalca in tutto e per tutto quella di Bianca e Gernando, l’opera andata in scena al San Carlo il 30 maggio 1826 (con il nome del protagonista a suo tempo opportunamente modificato per non mancare di rispetto all’erede al trono Ferdinando di Borbone): si narra di Carlo, Duca d’Agrigento spodestato dall’usurpatore Filippo, e di suo figlio Fernando, che dall’esilio riesce a sventare gl’intrighi del tiranno e il progettato matrimonio di questi con sua sorella Bianca sino a riguadagnare alla propria famiglia la dignità del trono.

La ripresa genovese offriva a Bellini stimoli per riproporre sotto una nuova luce tale vicenda appassionante, che già a Napoli aveva riscosso ampi consensi, attraverso un cospicuo miglioramento del testo e della musica. Giunto a Genova fin dall’inizio di marzo per rimettere mano alla partitura, Bellini ebbe a disposizione un cast d’eccezione, con il soprano Adelaide Tosi, il tenore Giovanni David e il basso Antonio Tamburini nei ruoli primari, un’orchestra di sessantacinque elementi e un coro di trentasei. Due giorni prima del debutto il compositore scriveva al riguardo all’amico Florimo: «Iersera fu l’ultima prova piena e questa sera sarà la generale. I pezzi, su cui spero, sono le tre cavatine e il finale del primo atto e il duetto e le due scene del secondo; e specialmente la scena della Tosi è d’un effetto indicibile; il primo tempo formato da un largo, il secondo dall’agitato che sai e il terzo da una cabaletta che è d’un brillante declamato che trasporta: in una parola non faremo fiasco certo. [...] Iersera il duetto ha fatto piangere quante persone v’erano». E in effetti il successo fu ampio, poiché gli annali registrano ben ventuno recite dell’opera, «con favore crescente». Malgrado ciò, per i casi imperscrutabili del fato la tradizione di Bianca e Fernando ha trattenuto fino ad oggi ben poco delle novità che avevano reso così speciale quell’esperienza genovese. Per oltre un secolo si è cercato di recuperarne i contenuti partendo dal confronto tra la stesura primigenia napoletana e alcune varianti del tardo Ottocento, ma mancavano all’appello vari brani, a partire dallo smagliante Allegro in re maggiore che integrava la sinfonia d’apertura originaria.

Grazie alla collaborazione con il Centro Studi belliniani e la Fondazione Bellini di Catania, l’Istituto Mazziniano - Museo del Risorgimento di Genova, la Biblioteca del Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, la Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, l’Archivio storico Ricordi, la Biblioteca della Società economica di Chiavari preziosi cimeli originali, ed altri importanti documenti riprodotti per l’occasione saranno esposti dal 12 fino al 30 novembre 2021 nella mostra Genova, 7 aprile 1828, a cura di Francesco Zimei, allestita nel primo Foyer del Teatro Carlo Felice e dedicata, oltre che all’opera, al Teatro che con essa aprì i battenti. La mostra, a ingresso libero e gratuito, sarà aperta al pubblico tutti i giorni  dalle ore 15 alle ore 19. La sua inaugurazione è prevista venerdì 12 novembre alle ore 18.

Sempre nel primo Foyer del Teatro, giovedì 18 novembre 2021 alle ore 18, vigilia della prima, alcuni tra i maggiori studiosi di Bellini e Romani si ritroveranno a parlare dell’opera, delle scoperte e del contesto storico in un incontro culturale aperto alla cittadinanza: Fabrizio della Seta (Università degli Studi di Pavia), Graziella Seminara (Università degli Studi di Ferrara), Alessandro Roccatagliati (Università degli Studi di Ferrara), Raffaele Mellace e  Stefano Verdino (Università degli Studi di Genova), Francesco Zimei in veste di moderatore e il Sovrintendente del Teatro Carlo Felice Claudio Orazi. I materiali esposti, assieme a un compendio sulle scoperte effettuate a cura degli studiosi e delle istituzione coinvolte dall’intero progetto di ricostruzione storica dell’opera sono riprodotti, raccolti e pubblicati nel volume Genova, 7 aprile 1828, il primo numero della collana dedicata alla Civiltà musicale genovese curata da Francesco Zimei e Claudio Orazi per l’editore Lim (Libreria Musicale Italiana).

"Nella stagione che celebra i 30 anni dalla riapertura del Teatro Carlo Felice quest'opera ha un valore storico rilevante perché fu realizzata da Vincenzo Bellini per l’inaugurazione del Teatro nel lontano 1828 - dichiara l'assessore alla Cultura e allo Spettacolo di Regione Liguria Ilaria Cavo - La musica si intreccia con la storia e la cultura ed è significativo che accanto al melodramma in scena fino al 30 novembre si tenga una mostra unica nel suo genere con cimeli e documenti legati all'opera e all'inaugurazione del Teatro Carlo Felice".

"Un debutto importante al Teatro Carlo Felice. Dopo anni di assenza da Genova (l’ultima volta è stata nel 1978) torna il melodramma di Bellini “Bianca e Fernando”, nel suo nuovo allestimento curato dalla Fondazione Teatro Carlo Felice: un’esecuzione attuale dell’opera nella versione che, nel lontano 1828, inaugurò il teatro – commenta l’assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova Barbara Grosso – Un evento di grande pregio e importanza, per la musica, per la cultura e per la città, e che sicuramente riscuoterà un grande successo".


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