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Angelo dei bassifondi al Teatro Instabile

Oreste Valente, angelo dei bassifondi, è un personaggio in cerca di una identità.

Trascorre il tempo tra due realtà in uno spazio diviso da una barriera diagonale che comprende due terre, vive due culture che coesistono in lui e lo confondono.

Queste due terre sono, metaforicamente, una l'Italia, l'altra l'Argentina, ma potrebbero essere nord e sud di un universo immaginario. Un mondo ludico, pieno di giocattoli sovradimensionati che presentano il nostro personaggio come un bambino, anche se è un uomo. Questi giocattoli sono legati profondamente alla sua storia personale. Bambole, peluches, una bicicletta, un grande mare fatto di stoffa, un divano a forma di Italia. In scena con lui una Barbie gigantesca e una Mafalda piatta come un fumetto.
Oreste attraversa emozioni, pensieri, e arriva a conclusioni, attraverso il gioco e la musica che funge da ponte trasportandolo e diventando la responsabile del vero incontro con se stesso.

La musica gli da le risposte. La musica come linguaggio universale. Il gioco, invece, ha la funzione di aprire le porte alla comprensione. Un pensiero astratto unifica diverse immagini che compongono un unico infinito essere. La desiderata identità appare quando lui capisce che non bisogna scegliere tra una cultura o l'altra, ma che questa si trova nell'insieme.
La drammaturgia di Valeria Ambrosio e la partitura musicale di Gaby Goldman mischiano le parole di Dante Alighieri, Borges, Neruda con canzoni di Renato Zero -vero filo conduttore- Pino Donaggio, Sandro, Franco Simone, Puccini, cumbia, canzoni yiddish, Facundo Cabral, Funiculí Funiculà, Piazzolla, Don Backy, ElefanteTrompita, Angelo Branduardi, Giorgio Faletti, Mercedes Soza, Malena Muyala.

Angelo dei bassifondi è il soprannome dato da Renato Zero ad Oreste Valente durante la realizzazione del dvd BASSIFONDI Fonopoli, 2005


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