Economia

Grandi opere, turismo, mobilità nel “patto per lo sviluppo”. Bucci: «Genova cresca con la mascherina»

Siglato lunedì mattina un documento sottoscritto anche da Cgil, Cisl e Uil in cui vengono elencate le priorità per la crescita del capoluogo ligure. Il sindaco: «Non dobbiamo morire di covid, ma neppure di fame»

«Genova cresca con la mascherina» : è l’appello che il sindaco Marco Bucci ha lasciato lunedì mattina a margine della firma del protocollo per il lavoro, sottoscritto con i segretari di Cgil, Cisl e Uil per rilanciare la città dopo i due anni difficili trascorsi dal crollo del ponte Morandi e un 2020 caratterizzato per gran parte dall’emergenza sanitaria coronavirus.

«La covid deve preoccupare tutti, anche se il nostro obiettivo resta quello di non morire di covid né di fame - ha detto Bucci - è importante rispettare alcune precauzioni, dalla mascherina al distanziamento, perché non possiamo permetterci di penalizzare ancora la nostra economia». 

La preoccupazione riguarda, ovviamente, l’impennata di contagi che si sono registrati in Liguria nei giorni scorsi: colpa di un focolaio partito alla Spezia, che soltanto nella giornata di domenica ha fatto registrare un aumento di 111 casi positivi e 10 ricoveri. Il governatore ligure, Giovanni Toti, ha ipotizzato che la causa possano essere, oltre alla confermata festa che si è tenuta in zona Carrara, in Toscana, anche i festeggiamenti per lo Spezia in serie A, ipotesi però esclusa dal sindaco della Spezia Peracchini. Che sta ora gestendo una città in cui è obbligatorio indossare la mascherina all’aperto tutto il giorno (e non solo dalle 18, come prescritto dal governo) quando non si può rispettare la distanza di sicurezza, con conseguente stretta sulla movida.

Sulla situazione coronavirus in Liguria, Bucci ha chiarito che «a Genova il contagio è sotto controllo, così come a Savona o a Imperia. Alla Spezia è successo qualcosa di strano che non posso spiegare io perché non sono un tecnico - ha sottolineato - ma il nostro sistema sanitario è in grado di risolvere qualunque problema si sia presentato finora quindi andiamo avanti così. Non dobbiamo chiuderci in casa ma rispettare delle fondamentali precauzioni».

Patto per il lavoro e lo sviluppo: infrastrutture, commercio, turismo e lavoro al centro

Il patto firmato in mattinata riprende le questioni industriali, dal ribaltamento a mare di Fincantieri, alla situazione di stallo su Ilva e Piaggio, solo per citare le principali, cui si affiancano tutti i settori produttivi: costruzioni, turismo, commercio, sicurezza sul lavoro e mobilità cittadina. 

Per questi temi il patto prevede la possibilità di favorire le locazioni di locali commerciali sfitti attraverso una tassazione agevolata, destinare almeno il 10 per cento delle risorse derivanti dalla tassa di soggiorno per sostenere le realtà turistiche che investono in nuova occupazione o in percorsi di stabilizzazione, l’implementazione di nuovi e positivi modelli di smart-working per arrivare al miglior utilizzo dei centri per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Un’altra opportunità evidenziata è quella di Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle strutture stradali ed autostradali e del competence centre Start 4.0. L’agenzia permetterebbe di portare a Genova 250 nuovi posti di lavoro qualificati, mentre per Start 4.0 il progetto dedicato a sicurezza e ottimizzazione delle infrastrutture strategiche, sono state messe a disposizione risorse per 11,5 milioni di euro in tre anni. Altri 5 milioni di euro, previsti dal protocollo dello scorso 28 luglio tra Regione Liguria, Cgil, Cisl, Uil e Confindustria sono destinati alla città ed in particolare alla Valpolcevera, e dovranno essere finalizzati all’insediamento di nuove attività e alla creazione di nuova occupazione stabile e qualificata.

Tra le priorità individuate nel patto, la messa in sicurezza del territorio e gli interventi a sostegno del patrimonio industriale a partire da una mappatura delle vecchie aree dismesse dalle quali si possano ricavare poli già dotati di infrastrutture. Rispetto a queste ultime, un capitolo specifico è dedicato al porto e alla sua catena logistica.

«Se non vogliamo che il nostro porto sia vittima di isolamento, occorre avere tempi certi per la realizzazione di tutte le infrastrutture necessarie - hanno sottolineato i segretari generali dei sindacati - terzo valico, nodo ferroviario, Gronda, nuova diga foranea, nodo di San Benigno e ovviamente l’elettrificazione delle banchine».

«Superate le criticità con cui Genova ha dovuto convivere per quasi due anni dopo la tragedia di ponte Morandi, ora la città ha l’opportunità di riprendere quel percorso di crescita che era iniziato nel 2017 - ha concluso Bucci - Sono tanti i temi sui quali abbiamo lavorato e lavoreremo con i sindacati per poter portare risultati tangibili al territorio creando occupazione, migliorando la qualità della vita dei genovesi e attuando tutte le condizioni perché il numero degli abitanti della nostra area metropolitana possa tornare a salire».


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