Cronaca

Porto, bloccato l’export di 90 tonnellate di rifiuti plastici diretti in Malesia

L’intervento dell’Agenzia delle Dogane al terminal di Pra’, i rifiuti erano stati acquistati da intermediari di Hong Kong per essere smaltiti senza le debite procedure

Traffico illecito di rifiuti (con la cosiddetta “aggravante ambientale”) e falso ideologico in atto pubblico: sono le ipotesi di reato oggetto di tre distinti procedimenti penali nati nelle ultime settimane dopo gli accertamenti dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane a carico di altrettante aziende del nord-Italia operanti nella raccolta, trattamento e commercio di rifiuti speciali.

I funzionari del Reparto controlli, analizzando alcuni profili di rischio relativi all’export di rifiuti plastici con destinazione Malesia, hanno bloccato l’imbarco di quattro container in partenza dal terminal di Genova-Pra’.

Ulteriori accertamenti hanno portato alla luce un articolato meccanismo di commercializzazione di scarti di materie plastiche, triturati senza il rispetto della normativa vigente in materia e acquistati in Italia da intermediari di Hong Kong, per essere poi spediti a operatori malesi per lo smaltimento in impianti non idonei.

Grazie alla collaborazione con il Department of National Solid Waste Management della Malesia, i funzionari dell’Agenzia delle Dogane hanno accertato la la falsità di alcuni permessi elettronici presentati riportanti gli estremi delle aziende italiane e asiatiche coinvolte.

I titolari delle ditte che hanno organizzato le spedizioni dei residui plastici (a volte presentati addirittura come materie prime) senza i necessari permessi dovranno rispondere dei reati connessi alla violazione del Testo Unico Ambientale del 2006, del Regolamento UE sui rifiuti e dei reati di falso ideologico in atto pubblico.

Da novembre 2020 a oggi sono state bloccate complessivamente, dopo gli ulteriori accertamenti effettuati dal Reparto antifrode nel porto di Genova-Pra’, 7 spedizioni illecite di rifiuti plastici destinati a paesi del Sud Est asiatico (in particolare Malaysia) per un totale di 683 tonnellate di materiale, e sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria 10 persone. Nove sono invece le società coinvolte.


Si parla di