Cronaca

Ponte Morandi, la demolizione è costata il 25% in più di quanto previsto

Il dato, pari a 4,7 milioni in più, è emerso durante un dibattito tra i candidati sindaco, durante una discussione tra Bucci e gli sfidanti Dello Strologo e Crucioli 

La demolizione di ponte Morandi è costata il 25% in più rispetto a quanto previsto. Il dato è emerso durante un dibattito tra i candidati alla carica di sindaco di Genova nella giornata di martedì 7 giugno 2022. Durante una discussione con gli sfidanti Ariel Dello Strologo e Mattia Crucioli che lanciavano accuse di scarsa trasparenza, il primo cittadino (e commissario) Marco Bucci ha detto che tutti i costi del ponte sono chiusi da tempo. 

La demolizione dopo il tragico crollo del 14 agosto 2018, che ha visto anche l'utilizzo dell'esplosivo per abbattere il troncone di levante, è costata oltre 4,7 milioni in più, rispetto ai 19 inizialmente preventivati, iva esclusa. Si tratta di un aumento di quasi il 25%, per un totale complessivo 23,7 milioni, sempre al netto dell'Iva.

Questo, quindi, quello che è emerso dall'accordo bonario raggiunto dalla struttura commissariale con le ditte esecutrici dei lavori, che ha evitato un eventuale contenzioso, così come avvenuto per i lavori di ricostruzione del nuovo Ponte San Giorgio, i cui extracosti calcolati in oltre 14,7 milioni, avevano fatto lievitare le spese a oltre 216,7 milioni, contro i 202 inizialmente previsti. Anche di tutti gli extracosti si è fatto carico il concessionario Autostrade per l'Italia. La determinazione che fissa la quantificazione dell'accordo risale al 6 luglio dello scorso anno ed è firmata dal subcommissario Piero Floreani, ma era stata pubblicata tra i documenti inseriti nel sito della struttura commissariale, senza particolare evidenza.


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