Cronaca

Martina Rossi, altri due aretini a processo a Genova

I magistrati liguri sostengono che i due abbiano cercato di coprire gli amici Albertoni e Vanneschi (assolti in appello dall'accusa di tentato stupro)

Candele sui balconi ieri sera e una manifestazione per ricordare Martina Rossi e chiedere giustizia. L'appuntamento è per questa mattina in via del Seminario a Genova, dove si tiene il processo che vede imputati due giovani aretini accusati di falsa testimonianza per il caso della giovane ligure morta precipitando da un balcone mentre era in vacanza a Palma di Maiorca il 3 agosto 2011.

A promuovere la manifestazione è stato il gruppo Facebook "Vogliamo verità e giustizia per Martina Rossi". Ieri sera il primo appello, accendere una candela alle ore 20 sul balcone di casa e mettere sul proprio profilo Facebook una foto della giovane. "Perché la nostra vicinanza ai genitori di Martina sia tangibile", spiegano i membri del gruppo.

Oggi alle 9.30 una decina di persone si è ritrovata presso la biblioteca Berio, dove si tiene l'udienza. Anche il Collettivo autonomi portuali ha espresso vicinanza ai genitori della giovane: "La città di Martina - scrivono i portuali - non dimentica, saremo presenti dalle 8.30 in via del Seminario vicino alla biblioteca Berio per dare solidarietà alla mamma e il papà di Martina".

I due aretini Federico Basetti ed Enrico D'Antonio, oggi in aula, all'alba del 3 agosto 2011 erano nello stesso hotel di Palma di Maiorca dove Martina Rossi trovò la morte. Erano in compagnia delle amiche di Martina, in una stanza a piano terra. Sono accusati di falsa testimonianza: i magistrati liguri sostengono che i due abbiano cercato di coprire gli amici Albertoni e Vanneschi (assolti in appello dall'accusa di tentato stupro). Enrico e Federico, secondo la procura, rilasciarono dichiarazioni non veriterie agli inquirenti di Genova (dopo l'archiviazione in Spagna) tra il 2012 e il 2013, quando furono sentiti come persone informate sui fatti.


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