Cronaca

Festa Liberazione, ministro Cartabia: «Genova ruolo decisivo nella Resistenza»

«È per me un onore e motivo di vera commozione essere stata invitata oggi a celebrare questa memoria proprio a Genova». Così la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, al Carlo Felice

Anche quest'anno, a causa della pandemia, gli eventi per commemorare il 25 Aprile, giorno in cui si celebra la liberazione dell'Italia dal nazifascismo, si sono svolti senza la tradizionale partecipazione popolare. Al mattino, le autorità si sono recate al cimitero monumentale di Staglieno dove sono state deposte le corone al Campo Israelitico, al Sacrario Trento e Trieste e al Campo Caduti Partigiani.

Erano presente anche il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, oltre al sindaco di Genova, Marco Bucci, al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, al presidente Ilsrec (Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell′Età Contemporanea “Raimondo Ricci”), Mino Ronzitti e al presidente provinciale Anpi genovese, Massimo Bisca.

Al termine le autorità si sono spostate al teatro Carlo Felice, dove si è svolta la cerimonia ufficiale. Dopo gli interventi istituzionali, il ministro Marta Cartabia ha tenuto l'Orazione ufficiale.

A seguire, il concerto dell'orchestra del Carlo Felice, che ha eseguito Crisantemi elegia per quartetto (trascrizione per orchestra d’archi) di Puccini e Quartetto in mi minore (trascrizione per orchestra d’archi) di Verdi. Direttore Valerio Galli.

«Il 25 aprile segna la Festa della Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista. È per me un onore e motivo di vera commozione essere stata invitata oggi a celebrare questa memoria proprio a Genova, e per il ruolo decisivo che la città (medaglia d'oro della Resistenza) ebbe nella liberazione dell'intero Paese, e per il modo con cui la liberazione fu condotta a termine in questa terra ligure». Lo ha detto la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, al Carlo Felice.

«Quella firma del 25 aprile - sottolinea Cartabia - pose fine nel capoluogo ligure all'occupazione tedesca e agli orrori della Seconda guerra mondiale: una guerra che aveva provocato in Italia e in Europa le più infami atrocità e le più immani devastazioni. Il rischio che le fasi finali della liberazione portassero ovunque distruzione e morte, come era avvenuto a Varsavia, dove l'insurrezione era stata soffocata nel sangue e la città rasa al suolo, non era una remota eventualità. La situazione era incerta, rischiosa, confusa, angosciante, e avrebbe potuto evolvere in una massiccia perdita di vite umane e in una generalizzata distruzione di risorse».

«Credo che mai come oggi - ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, a margine delle celebrazioni - si possa comprendere fino in fondo il significato di libertà intrinseco a questo giorno. La libertà anche delle piccole cose che quando c'è viene data per scontata e quando non c'è più diventa un bene prezioso: la faccia di un amico, il potersi spostare, la libertà economica. Oggi come allora siamo alla vigilia di un momento importante di riacquisizione della nostra libertà».

«Siamo alla vigilia di sfide altrettanto importanti, come allora - ha proseguito Toti - quella della ripresa, del benessere perché la libertà non è solamente quella individuale, ma è anche libertà dal bisogno e la possibilità di poter fare il proprio lavoro e vivere di esso. Sono contento che ci sia oggi un ministro, la dottoressa Cartabia, che rappresenta un governo di cui fanno parte, oggi come allora, tante forze politiche diverse, ma tutte unite nello sforzo di far ripartire questo Paese».


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