Cronaca

Champagnat: chiude il centro sportivo, la lettera del direttore alle famiglie

«Dalla metà degli anni 70 i maristi hanno affiancato alla scuola un centro sportivo pensato in grande stile, realizzato con intelligenza e utilizzato con profitto da migliaia di utenti. Questo centro il 31 maggio di quest'anno chiude per non riaprire più»

Di seguito pubblichiamo la lettera integrale del direttore, intitolata 'Istituto Champagnat: aperto per lavori'.

Gentili famiglie e docenti della scuola Champagnat,
e per conoscenza ai genovesi che conoscono la scuola Champagnat, ai lettori dei giornali che nei titoli non distinguono bene fra Champagnat e scuola Champagnat, agli ex alunni della scuola Champagnat e certo, ai futuri alunni della scuola Champagnat.

Cominciamo da lontano: 199 anni fa il giovane sacerdote francese Marcellino Champagnat, oggi riconosciuto come santo, radunava attorno a sé dei giovani per portare cultura e fede cristiana ai bambini che, specie nelle campagne francesi, non avevano né istruzione né dottrina. Chiamò i suoi ragazzi Piccoli Fratelli di Maria perché pensava che mettersi sotto la protezione della Madonna aiutasse ogni avventura educativa. La sua opera ebbe successo e la chiesa cattolica riconobbe il suo gruppo religioso qualche decennio dopo con la richiesta però di aggiungere un nuovo nome che nel latinorum di allora suonava così: Institutum Fratrum Maristarum a Scholis: Fratelli Maristi delle Scuole (FMS è la sigla ufficiale).

I maristi, per semplificare, giunsero a Genova nel 1905 ed è veramente difficile immaginare il numero di quanti alunni siano passati nelle loro aule in questi 111 anni. Questi alunni, il coraggio e l'impegno economico delle famiglie che hanno scelto questa scuola, il lavoro e l'impegno profuso da fratelli prima e dai laici motivati e consapevoli poi, sono la ricchezza, il fondamento e l'orizzonte di una presenza significativa per Genova e per chi oggi e domani frequenterà l'istituto Champagnat. Perché la scuola, per chi avesse dei dubbi, è aperta, aperta per lavori, direi.

Come tutte le realtà vive, l'istituto in questi anni ha subito molte trasformazioni: diverse sedi, diversi indirizzi scolastici, da scuola solo maschile a mista, dalla conduzione prevalente dei fratelli ad una identità laicale molto più sviluppata…

Fra le trasformazioni importanti e significative ce n'è una della quale voglio parlare con grande rispetto e pudore, ma anche con chiarezza. Disposizioni umane che non sono forse facili per chi vuole vendere giornali. Rispetto e chiarezza. Dalla metà degli anni 70 i maristi hanno affiancato alla scuola un centro sportivo pensato in grande stile, realizzato con intelligenza e utilizzato con profitto da migliaia di utenti. Questo centro il 31 maggio di quest'anno chiude per non riaprire più. Negli spazi occupati dal centro, dopo un periodo stimato di un anno e mezzo per i lavori di ristrutturazione radicale, apriranno dei nuovi impianti sportivi portati avanti dalla compagnia Virgin, un supermercato Conad e un parcheggio sotterraneo.

La scuola Champagnat non chiude, anzi, questa operazione è pensata proprio per rendere possibile un miglioramento e un ampliamento del servizio scolastico. E fin qui la chiarezza.

Ora il rispetto. Mi rendo perfettamente conto che, anche se le voci già giravano, non ho annunciato di voler cambiare il colore del cancello o di aver cambiato il logo della scuola. La trasformazione che subiscono i locali del centro sportivo culturale Champagnat è radicale, spiazzante e dolorosa. Dolorosa perché ci sono dei dipendenti dei maristi che perdono il lavoro, sono messi in mobilità e dovranno attendere di poter essere riassunti dalle due nuove realtà, secondo quanto stipulato e promesso in sede contrattuale. E, perché non dirlo, perché ci sono migliaia di utenti sportivi che con questi dipendenti e nella struttura esistente si sono trovati bene, a loro agio e considerati. Questa realtà umana e sportiva, finisce fra due mesi.

Può essere considerata preoccupante anche però per la scuola che continua. È vero che non ci saranno più macchine e persone estranee alla scuola nel cortile, è vero che la palestra, una piscina grande (e una nuova piscina per bambini), il campetto di sopra rimangono di uso esclusivo della scuola; però è anche vero che i lavori di trasformazione degli spazi sotto la scuola possono portare degli inconvenienti temporanei. Il rispetto mi invita ad assicurare alle famiglie della scuola che cercheremo di evitare il più possibile i disagi che i lavori in corso potranno portare nel prossimo anno e lo stesso rispetto per le situazioni difficili non mi fa considerare in modo malevolo chi diffonde la falsa voce di una prossima chiusura della scuola. Risentimento, rabbia e maldicenza sono umane. Anche se ingiuste.

Era una trasformazione necessaria?
Qui il discorso andrebbe supportato con cifre, grafici, investimenti bilanci e perdite. Come dirigente scolastico non tocca a me spiegare perché la congregazione di Marcellino Champagnat chiuda una parte dell'immobile di cui è proprietaria e in cui negli ultimi dieci anni ha sempre perso centinaia di migliaia di euro, la rilevanza delle perdite però mi può solo far domandare non perché oggi il centro venga chiuso, ma perché fosse ancora aperto… Come fratello marista riconosco, faccio memoria e mi dispiace per la chiusura di un centro in cui vari fratelli si sono impegnati, tanti laici sono cresciuti e che, fra alti e bassi, come in tutte le realtà umane, ha portato il nome del mio fondatore.

Ma i futuri sono i partner adatti per una scuola?
Mettendo in chiaro che non è la scuola a decidere sugli spazi del centro sportivo, cerco di suggerire alcune idee, come ho già scritto altrove se a Genova ci fossero 8-900 famiglie a scegliere la scuola Champagnat non ci sarebbe bisogno di affittare spazi ad altri. Così non è, quindi è importante cercare di riqualificare gli spazi vuoti con delle politiche non in perdita. Forse quindici anni fa creò scandalo affittare una delle più belle scuole elementari di Genova, la Villa Fuckel, dove io ho dormito varie volte, in una banca. Oggi la Fideuram ci dà fastidio? No, anzi ci aiuta e ha riqualificato una dimora splendida. Virgin, Conad e parcheggio sono creature demoniache, figlie del turbo capitalismo, infezioni del liberismo sciagurato? Non scherziamo, 30 posti del parcheggio saranno di pertinenza della scuola, Virgin è un'azienda professionista mondiale nei centri sportivi (non c'è cambio di destinazione) e Conad è una catena di distribuzione seria e affermata. La scuola non perde nessuna “purezza” intanto perché non ha contatti diretti con queste realtà, ci saranno invece convenzioni per le famiglie della scuola. Che dopo aver lasciato il bambino ai suoi doveri mattutini si possa fare un corso di ginnastica o le spese per la settimana è così deleterio? Sono realtà “altre” dallo Champagnat, certo, ma che potranno favorire indirettamente la scuola è altrettanto vero.

Ci sarebbero ancora moltissime cose da dire, sull'articolo del Secolo, sulle voci che si diffondono, sulle falle comunicative, su paure infondate e su curiosità legittime. Non voglio però abusare della vostra pazienza. Voglio invece ringraziare molte famiglie, docenti e amici della scuola Champagnat per avermi mandato messaggi, telefonate, post su facebook, di solidarietà, spiegazione e richieste di chiarimenti. (a tutti ho riposto l'essenziale: sì è vero il centro sportivo chiude, la scuola continua). Mi sembrano un grande segnale di energia e attenzione alla presenza marista a Genova che può cambiare, trovare nuove sinergie, rinnovarsi, ma continua a essere quello che era nel cuore di quel giovane prete di 200 anni fa: un luogo di fede cristiana e cultura umana, una piazza aperta al bene, una scuola.

fratel Massimo Banaudi, direttore


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