Cronaca

Borgo Incrociati, la street art colora ancora il tunnel

Un progetto fortemente voluto dal presidente della Bassa Valbisagno Ferrante, conclusa la seconda parte: "Questo è l'unico modo per evitare che i muri vengano poi deturpati e sporcati come accade quando vengono ridipinti di bianco"

Street art nel tunnel di Borgo Incrociati

Nel tunnel di Borgo Incrociati è tornata la street art d'autore. Si è infatti conclusa la seconda parte del progetto 'we lovecolorz' di rigenerazione urbana e promozione dell’urban art, nato dalla collaborazione tra il Municipio Bassa Val Bisagno e l’artista Roisone. Attraverso il contributo del Municipio, che si è fatto carico delle spese necessarie alla realizzazione, è stato possibile riportare nuovamente l'aerosol art di Roisone nel tunnel di Borgo Incrociati. 

Un progetto molto apprezzato dai cittadini della zona, destinato a proseguire con l'obiettivo di colorare l'intero tunnel con opere di street art, fortemente voluto e portato avanti dal presidente del Municipio Bassa Valbisagno Massimo Ferrante, che spiega a Genova Today: "Un muro bianco è una tavolozza dove chiunque si sente in diritto di scarabocchiare con insulti e parolacce creando un effetto davvero degradante. Questo progetto è nato lo scorso anno dopo che l'amministrazione comunale aveva dipinto di bianco le pareti del tunnel, una soluzione a mio avviso sbagliata e contro la quale mi sono speso molto. Dopo numerosi solleciti abbiamo ottenuto l'ok del Comune e abbiamo stretto un patto di collaborazione con l'artista Roisone, molto noto nel panorama della street art". 

Al momento sono stati dipinti i muri di circa 60 metri di tunnel, 30 con arte libera geometrica e astratta e 30 con una rievocazione storica della città di Genova, il progetto però è destinato a proseguire, come spiega ancora il presidente del Municipio Ferrante: "I cittadini hanno apprezzato molto questo progetto, abbiamo intrapreso un lavoro con il facility manager per la cultura in città, Gregorini, coinvolgendo anche altri artisti. Nella parte finale si trova anche un bel lavoro realizzato dall'artista Margherita Sanguineti, dedicato allo zio alpinista Franco Piana, che morì durante una spedizione sull'Everest nel 1980. L'intento è quello di concludere tutto il tunnel con la street art, unico modo per evitare davvero che i muri vengano poi deturpati e sporcati: coloro che scarabocchiano rispettano solo l'espressione artistica che noi chiamiamo 'street art', davanti a quello più difficilmente i muri vengono sporcati".
 


Si parla di