Cronaca

Minacce a Bassetti, 14 rinviati a giudizio: udienza preliminare il 13 novembre

Quattordici 'haters' sono stati rinviati a giudizio dopo la pubblicazione del numero di telefono personale del medico su un canale Telegram di matrice no vax

La Procura della Repubblica di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio di 14 persone imputate dei reati in atti persecutori in concorso, istigazione a delinquere e minacce aggravate nei confronti di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino.

A comunicarlo, via social, lo stesso Bassetti che dice che sabato è stato notificato alla sua legale, Rachele De Stefanis, il decreto di fissazione di udienza preliminare per il prossimo 13 novembre. Queste 14 persone, negli ultimi mesi del, 2021, "mi avevano molestato, minacciato e reso vittima di atti persecutori perpetrati tramite la mia utenza cellulare".

L’indagine aveva preso le mosse dalle numerose denunce del medico a seguito della diffusione del suo numero di cellulare personale sul canale Telegram di matrice no vax "Basta dittatura" nell'agosto di due anni fa.

"Da quel giorno - spiega Bassetti - sono stato letteralmente sommerso da messaggi, chiamate e azioni vessatorie che hanno comportato la contestazione del reato di atti persecutori in concorso oltrechè di istigazione a delinquere in quanto, come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, numerosi soggetti appartenenti al citato canale Telegram istigavano pubblicamente i membri del gruppo a contattarmi sul mio numero privato rendendosi, così, autori di reati a mio danno. Il tutto, 'nell’ambito di un’azione finalizzata a colpire i rappresentanti istituzionali e i sostenitori delle misure governative da covid ed, in particolare, della compagna vaccinale anti covid, attraverso l’individuazione e la persecuzione di figure bersaglio simbolo a livello nazionale della campagna vaccinale anti covid' tra cui il sottoscritto”.

Come il medico genovese aveva già anticipato, "andrò fino in fondo per ottenere giustizia certo che, di là delle simpatie e delle ideologie, debba sempre sussistere il limite invalicabile del rispetto della dignità delle persone".


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