Cronaca

Passaggio di Autostrade a Cdp, la Corte dei Conti boccia la transazione

Secondo i magistrati contabili l'accordo transattivo rischia di essere vantaggioso solo per Atlantia e di provocare eccessivi oneri per lo Stato, che ne acquisirà le quote attraverso Cassa Depositi e Prestiti

Il Ministero dei Trasporti ha chiesto alla Corte dei Conti un parere sulla transazione conclusa il 15 luglio 2020 tra Stato e Autostrade per l'Italia. In base all'accordo il gruppo Atlantia, controllato dalla famiglia Benetton e detentore dell'80% delle azioni di Aspi, dovrebbe cedere il controllo di Autostrade per l'Italia.

L'operazione sarà portata a termine da Cassa Depositi e Prestiti, istituzione controllata al 100% dal Ministero delle Finanze, che diventerà azionsita di maggioranza della società concessionaria delle autostrade italiane.

Secondo la Corte dei Conti però questo accordo non sarebbe equilibrato, infatti lo Stato dovrà pagare ad Atlantia le quote di Aspi a prezzo di mercato, senza nessun accordo sugli eventuali risarcimenti conseguenti al processo sul crollo del Morandi. 

La Corte dei Conti scrive che questo atto di transazione ha molte lacune e, allo stato degli atti e con un processo ancora in corso, risulta impossibile valutarne l’equilibrio e il rispetto del principio di economicità.

Lo Stato infatti rischia, da una parte, di dover pagare Atlantia per acquisire il controllo della società concessionaria e, dall'altro lato, di farsi carico degli eventuali risarcimenti dei danni riconosciuti dal Tribunale di Genova in esito al processo sul crollo del ponte Morandi

I magistrati contabili si sono riservati di fornire una valutazione definitiva sulla transazione solo quando l'atto sarà completo di tutta la necessaria documentazione. Il maggiore rischio di una eventuale sentenza di condanna di Autostrade per il crollo del viadotto sul Polcevera riguarda proprio la validità dell'atto di transazione.

Infatti l'accertamento di una responsabilità del concessionario farebbe decadere ex lege la concessione, pertanto l'intera operazione per mettere Autostrade per l'Italia sotto il controllo pubblico risulterebbe vana e inutilmente onerosa per lo Stato.

La Corte dei Conti ha citato anche un parere del 2020 scritto dall’Avvocatura dello Stato, nel quale si sottolineavano proprio le criticità di questo accordo in caso di decadenza del concessionario a seguito sentenza di condanna per la tregedia del Morandi. Una situazione al momento molto intricata che rischia creare un danno alle casse dello Stato e quindi all'intera collettività.


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