Cronaca

Alluvione 2014, 30 negozianti si costituiscono parte civile per chiedere il risarcimento alla Regione

La richiesta è arrivata durante la prima udienza del processo che vede imputate Raffaella Paita, ex assessore alla Protezione Civile, e Gabriella Minervini, ex dirigente, per omicidio colposo e disastro colposo

Sono stati 30 i negozianti che hanno chiesto di costituirsi come parte civile nel processo per l’alluvione del 2014, durante la quale perse la vita l’infermiere Antonio Campanella e decine di esercizi commerciali furono danneggiati dalla violenza del Bisagno.

La richiesta, che include anche la chiamata in giudizio della Regione Liguria per ottenere un risarcimento, è arrivata durante la prima udienza preliminare davanti al giudice Ferdinando Baldini, incaricato di stabilire se rinviare a giudizio Raffaella Paita, oggi capogruppo del Pd in Regione e nel 2014 assessore alla Protezione Civile, e la dirigente regionale Gabriella Minervini. Per loro l’accusa è di omicidio colposo e disastro colposo: secondo la tesi del pm il fatto di non avere diramato l’allerta nonostante l’esondazione di diversi torrenti avrebbe di fatto rallentato i soccorsi.

Il gup ha fissato una nuova udienza per il prossimo 3 febbraio, quando verrà stabilito se accogliere o meno le richieste della parte civile, mentre le due imputate dovranno presentarsi in tribunale il 2 marzo. La difesa di Paita è sempre stata che la diramazione dell’allerta era un atto tecnico, che spettava dunque solo alla Protezione Civile.


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