Cronaca

Case di appuntamenti in Albaro e alla Foce, imprenditori pagavano per essere insultati

Denunciate cinque persone per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione in alcuni appartamenti nelle zone residenziali del capoluogo ligure

Immagine di repertorio

Con l'impiego di 30 carabinieri e 10 mezzi del Comando Provinciale si è conclusa una complessa e articolata indagine condotta del Nucleo Operativo della compagnia di San Martino. Sono state eseguite 12 perquisizioni domiciliari e personali, nonché sequestrati 6 immobili di pregio, il cui valore supera abbondantemente il milione e mezzo di euro.

L'indagine è stata attivata a seguito di alcuni esposti e lamentele pervenute da cittadini residenti negli stabili dove veniva esercitata la prostituzione. Alcuni di questi erano in via Casaregis 10 via Pisa 44. Quest'ultimo attico risulta essere di proprietà della Onlus David Chiossone, estranea ai fatti, che ha riferito ai carabinieri di aver stipulato un regolare contratto di affitto.

Le investigazioni hanno riguardato un'organizzazione di oltre cinque persone, portando a denunciare in stato di libertà cinque italiani, resisi responsabili a vario titolo di esercizio abusivo di case di prostituzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Gli indagati hanno gestito un giro di prostituzione di cui si sono rese protagoniste una decina di donne di origine italiana e straniera, le quali hanno esercitato il meretricio dimorando in appartamenti situati in zone residenziali e di pregio del centro di Genova.

A capo dell'organizzazione è stato individuato il gestore di un bar in via Righetti, il quale, insieme ad altri complici, provvedeva a procacciare appartamenti di pregio (almeno una decina) e a metterli a disposizione delle prostitute, includendo i servizi di catering e logistici per gli spostamenti da un appartamento all'altro, in quanto le donne venivano fatte abilmente ruotare per eludere i controlli.

Le giovani donne inserzionavano su vari siti internet le proprie offerte e prestazioni, pubblicizzando il professionale esercizio di massaggi orientali (tantra), svolto in ambienti raffinati ed esclusivi o qualsivoglia esoterico piacere. Inserzioni mai volgari ma che con garbo evidenziavano l'esclusività, la raffinatezza e, soprattutto, la riservatezza dei servizi offerti.

Per la clientela di pregio, professionisti e imprenditori, il volume di affari dell'attività illecita, trattandosi di svariati appartamenti e di decine di prostitute, è sicuramente cospicuo con lauti margini di guadagno per tutti i protagonisti.

Fra le escort anche una quarantenne siciliana, che ha raccontato agli inquirenti di avere quasi esclusivamente clienti benestanti, che le chiedevano di essere maltrattati e insultati e che quasi mai consumavano rapporti sessuali completi.


Si parla di