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Dov'è finito il mio voto? 

Riflessioni, e testimonianza personale, sul caos elezioni emerso nelle ultime ore: nel 2022 matite, boccette d'inchiosto e fonogrammi sembrano davvero fuori tempo

Foto d'archivio da Today.it

Dov'è finito il mio voto? Ebbene sì, come denunciato da diversi cittadini e candidati genovesi, anche io, purtroppo, non trovo più la mia preferenza. Ho già allertato 'chi l'ha visto' per ritrovarla.

Domenica mattina mi sono recato al seggio e ho espresso il mio voto, da 'proporzionalista' convinto e irriducibile ho scelto una piccola lista, come credo di aver fatto negli ultimi 15 anni, poche volte 'ho eletto' un candidato, ma questo poco interessa al lettore. Concentriamoci sui fatti. 

Per il Municipio in cui risiedo ho deciso all'ultimo momento di dare anche anche una preferenza, dopo aver riletto la lista dei candidati affissa all'ingresso della sezione. Ho trovato il mio 'rappresentante' e ho scritto il suo nome sulla scheda. Poche lettere, poche speranze di successo, ma la soddisfazione per aver esercitato uno di quei diritti conquistati dai nostri nonni. Una scelta democratica.

Terminati gli scrutini, e passata la buriana in redazione tra exit poll, proiezioni e risultati ufficiali, sono andato a controllare i risultati del mio Municipio e, con grande stupore, ho trovato uno 'zero' nella riga del mio 'campione'. Ho pensato che i dati non fossero ancora stati aggiornati senza dargli troppo peso, ma quello che è emerso nei giorni successivi ha confermato che, forse, qualcosa non ha funzionato. 

Matite, schede, timbri, verbali in molteplici copie, fonogrammi e boccette di inchiostro. Tutto molto bello, affascinante a suo modo, ma anche completamente fuori tempo in un mondo che ha abbandonato l'analogico per convertirsi al digitale, e non da ieri. Ecco, forse il caos vissuto in queste elezioni può essere utile per aprire, davvero, una riflessione sulla necessità di cambiare sistema, con tutti i vincoli del caso su segretezza, sicurezza e inviolabilità del voto, affidandosi comunque alla tecnologia. Utopia? Non può e non deve esserlo nel 2022. 

E poi la questione della preparazione, che non è comunque una novità, avendo svolto per diversi anni, in gioventù, anche il ruolo di presidente di seggio, posso dire di averne viste davvero di tutti i colori. Sono passati gli anni, ma la situazione sembra ancora più complessa. Perché a poche ore dal voto mancavano gli scrutatori? Quante persone si sono trovate in un seggio senza avere la giusta preparazione per affrontare una tornata elettorale tra le più complicate tra referendum, comunali e municipali? Domande che necessitano di risposte in una democrazia matura e consolidata come la nostra. Non siamo in Iran, e nemmeno in Corea del Nord. Per fortuna.


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