Salute

Neuroblastoma, il convegno a Genova: a 10 anni dalla diagnosi la sopravvivenza è passata dal 60 al 90%

Il neuroblastoma è il tumore solido extra-cranico più comune in età pediatrica ed è la prima causa di morte per malattia in età prescolare

Nuove prospettive di vita per i piccoli pazienti colpiti da neuroblastoma, tra passi avanti e ancora da compiere, ma con un grande risultato: la sopravvivenza a dieci anni dalla diagnosi è passata da circa il 60 per cento tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta a circa il 90 per cento tra il 2000 e il 2022.

I dati sono stati diffusi a Genova, nel corso di un convegno a Genova per il trentennale dall'Associazione italiana per la lotta al neuroblastoma, organizzazione non profit impegnata a sostegno della ricerca scientifica sul neuroblastoma e sui tumori cerebrali pediatrici con diverse iniziative come, ad esempio, la tradizionale campagna di Pasqua 'Cerco un uovo amico' rilanciata per il 2024.

Il neuroblastoma è il tumore solido extra-cranico più comune in età pediatrica ed è la prima causa di morte per malattia in età prescolare. In circa trent'anni, nel caso del neuroblastoma localizzato (non metastatico) inoperabile, ad esempio, la sopravvivenza a dieci anni dalla diagnosi è passata da circa il 60 per cento tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta a circa il 90 per cento tra il 2000 e il 2022. Mentre nelle forme di neuroblastoma metastatico, sempre a dieci anni dalla diagnosi, si è passati da un livello di sopravvivenza del 20 per cento riferito al periodo 1979-1999 a un livello di sopravvivenza del 45 per cento per il periodo 2000-2022.

"Un risultato incoraggiante che ci stimola ad andare avanti su questa strada", dice dopo aver illustrato quei dati uno dei relatori al convegno, il medico e ricercatore Massimo Conte, vicepresidente dell'Associazione italiana per la lotta al neuroblastoma, pediatra all'unità operativa complessa di oncologia pediatrica dell'istituto Gaslini di Genova e coordinatore del gruppo di lavoro neuroblastoma per Aieop (Associazione italiana ematologia oncologia pediatrica). Un altro dato riguarda i neuroblastomi recidivi ad Alto Rischio: "Per queste recidive siamo fermi al palo perché solo il 10 percento è recuperabile", afferma Massimo Conte secondo un'analisi fatta su 1.432 casi del Registro italiano neuroblastoma per il periodo tra il 2000 e il 2023. "Le cose però stanno cambiando molto rapidamente e si stanno costruendo cose nuove".

Si punta, pertanto, a nuove frontiere di ricerca, anche attraverso azioni solidali dal mondo delle associazioni a sostegno di progetti basati su cure innovative. Un esempio è dato dalla campagna di Pasqua 'Cerco un uovo amico' dell'Associazione italiana per la lotta al neuroblastoma. Grazie a iniziative come la campagna pasquale, l'associazione promuove particolari aree di interesse scientifico. Tra queste, l'immunoterapia, come ad esempio quella basata sull'impiego di cellule Car-T di terza generazione. Centrali poi i progetti focalizzati sullo studio delle alterazioni genetiche legate allo sviluppo dei tumori: ciò, per una medicina sempre più personalizzata, a misura di bambina e bambino, e per una medicina di precisione per l'individuazione di farmaci 'intelligenti' capaci di intervenire lì dove serve, sulle cellule malate, risparmiando il più possibile le cellule sane. Tutti rami di ricerca indicati come prioritari nel piano strategico 2024-2028. 

"Nei trent'anni di storia dell'associazione, abbiamo erogato circa trenta milioni di euro - dice la presidente dell'Associazione italiana per la lotta al neuroblastoma, Sara Costa -. Sono tante risorse perché arrivate con donazioni private, grazie alla fedeltà delle nostre sostenitrici e dei nostri sostenitori, con una generosità che sta arrivando ai livelli pre-Covid", dopo il rallentamento legato alla pandemia.


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