Attualità

Natale: abbigliamento, tecnologia e corsi sotto l'albero dei genovesi

Se molti acquisti sono stati effettuati online, sono tornati prepotentemente di moda anche negozi e botteghe di quartiere

È arrivato Natale, e i genovesi hanno trovato sotto l'albero prevalentemente abbigliamento, tecnologia ma anche regali più originali - e utili - come corsi d'inglese: molti acquisti effettuati online ma tornano prepotentemente di moda anche i negozi di quartiere (tra cui quelli della Valpolcevera, grazie al tam tam solidale che ha convinto molti genovesi a dare una mano ai commercianti più penalizzati dal crollo del ponte Morandi).

Molto gettonati, nei giorni scorsi, anche i famosi mercatini di Natale: dal Mercatale a San Nicola, passando per piazza della Vittoria, Natalidea, Fiera del Libro e piazza Campetto, per trovare il regalo giusto soprattutto tra le proposte degli artigiani, più difficili da trovare nei negozi tradizionali.

«Tenendo conto di tutti i fattori che quest'anno giocano contro come in generale incertezza a livello politico nazionale e in particolare la situazione di Genova, tra crollo e mareggiate, il Natale non è stato così negativo come si temeva - conferma Manuela Carena, vicepresidente Federmoda Confcommercio - L'atmosfera creata in tutta la città ha aiutato molto, e negli ultimi 10, 15 giorni si è registrato un recupero. I capi e gli articoli più venduti sono borse, anelli, lingerie di seta, ma anche corsi di inglese».

E come si comportano i genovesi a tavola quest'anno? Anche in questo caso vincono negozi e botteghe di quartiere, preferiti alla grande distribuzione: «Il Natale è sempre tradizionale, e la maggior parte dei genovesi sceglie di comprare nelle botteghe - spiega Stefano Vagge, presidente di Fiesa Confesercenti e titolare di una macelleria al mercato coperto di via Isonzo - Chi viene da noi ordina cima, il ripieno per ravioli, la carne per fare il classico "tuccu" alla genovese, il cappone, e da qualche anno a questa parte abbiamo avuto sempre più richiesta per il bollito misto, quello vero, alla piemontese, con tutte le parti di carne che solo il macellaio può selezionare».


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