Coronavirus

Vaccini, caos prenotazioni e medici subissati di chiamate: «Noi negligenti? Mancano le informazioni»

Il presidente dell'Ordine dei Medici rispedisce al mittente le accuse e punta il dito contro una comunicazione poco efficace e spesso confusionaria. A oggi, inoltre, non possono prenotare i pazienti vulnerabili, ma solo quelli ultra vulnerabili e il personale scolastico

«Medici negligenti sui vaccini contro il coronavirus? Non possiamo che rispedire le accuse al mittente, qui manca l’informazione e l’organizzazione». Alessandro Bonsignore, presidente dell’Ordine dei Medici della Liguria, resta come sempre calmo e misurato, ma tiene a fare chiarezza. Soprattutto in un momento in cui il ruolo dei medici di medicina generale è focale, vista l’accelerata alla campagna vaccinale contro il coronavirus e il loro ingresso sulla scena, e in cui la confusione è tanta, a livello nazionale ma anche locale.

Vaccini dai medici di famiglia, la "cronostoria"

L’annuncio dell’entrata in scena dei medici di medicina generale, per le prenotazioni e anche per la somministrazione dei vaccini, in Liguria era già arrivato lo scorso 25 febbraio, con il presidente della Regione, Giovanni Toti, che aveva parlato in conferenza stampa di un generico “la settimana prossima” per le prenotazioni. Dal lunedì successivo (l’annuncio era arrivato venerdì) negli studi e ambulatori avevano già iniziato a piovere telefonate da parte di pazienti, e perplessità da parte dei professionisti che di fatto in mano non avevano comunicazioni ufficiali né protocolli.

Il primo marzo era quindi arrivata la data ufficiale per l’apertura delle prenotazioni, il 9 marzo, cogliendo ancora una volta impreparati i medici di medicina generale, ancora senza direttive.

Il 9 marzo le prenotazioni si sono effettivamente aperte, ma per molti professionisti lo scenario era e resta confuso, una confusione che per Bonsignore è generata anche da un’informazione arrivata prima ai cittadini e soltanto in un secondo momento ai medici. Che sono stati criticati anche dal presidente della Regione per presunte mancate risposte ai cittadini.

«I medici sono subissati di chiamate e mancano informazioni precise, o quelle che passano non sono totalmente corrette - sottolinea il presidente dell’Ordine - Quando c’è stato da essere critici lo siamo stati, ma la critica di questi giorni che i medici non sanno e sono negligenti non possiamo accettarla. Non c’è stato nessun passaggio di informazione nella catena tra istituzioni e medici di medicina generale, che hanno appreso dalla stampa le notizie su quello che dovevano fare, come e quando. E le informazioni non sono neanche chiare».

Vaccini covid, chi può prenotarli oggi?

Il primo equivoco riguarda le categorie che oggi possono prenotare il vaccino, e che inizieranno a essere vaccinate a partire da lunedì 15 marzo. Dal 9 marzo, come spiegato da Bonsignore e come risulta dal piano vaccinale in mano ai medici, possono prenotare il vaccino il personale scolastico (che può ricevere l’AstraZeneca) e i pazienti considerati “ultra vulnerabili”, che possono ricevere solo Pfizer o Moderna e che non possono essere vaccinati negli studi medici, ma nelle strutture delle Asl.

I pazienti che rientrano nella categoria degli ultra vulnerabili sono inseriti all’interno di due tabelle molto dettagliate (in allegato in fondo alla pagina) e possono prenotare il vaccino dai medici di famiglia, che li rimandano poi alle sedi vaccinali di Asl. I pazienti vulnerabili, invece, non possono ancora prenotare: lo potranno fare, spiega ancora Bonsignore, a partire dalla settimana che va dal 15 al 21 marzo, «anche se nel piano c’è scritto genericamente da marzo».

«Come Ordine ci siamo messi a disposizione di Regione e Alisa per veicolare le informazioni agli iscritti, ma è necessario che le comunicazioni arrivino prima ai medici e poi ai cittadini - sottolinea Bonsignore - altrimenti i pazienti chiamano e i medici non sanno cosa rispondere. E magari i pazienti, che hanno ricevuto informazioni diverse, si arrabbiano. Si crea confusione nei pazienti, e frustrazione nei medici. Ci sono poi rarissimi casi di colleghi medici di famiglia che stanno affrontando la loro giornata come in epoca pre covid, ma sono pochissimi, e questo è un problema etico e morale perché non si sono resi conto che in questo caso bisogna fare tutti di più».

Il piano vaccinale che è oggi in mano ai medici di medicina generale prevede dunque una prima settimana dedicata alle prenotazioni di personale scolastico e pazienti ultra vulnerabili, inizio vaccinazioni per queste categorie a partire dal 15 marzo, e dal 15 marzo in poi (in data ancora non ufficializzata) avvio delle prenotazioni per i soggetti vulnerabili. Per ora tra i 18 e i 65 anni, ma la decisione di allargare la platea che può ricevere AstraZeneca agli over 65 modificherà ulteriormente il piano, e si attendono indicazioni dalla Conferenze delle Regioni, dove le nuove norme verranno presentate.

«In linea di massima possiamo comunque pensare che potranno prenotare l’AstraZeneca i soggetti vulnerabili che hanno tra i 18 e gli 80 anni, visto che gli over 80 sono già stati vaccinati - riflette Bonsignore - I pazienti vulnerabili possono e devono ricevere l’AstraZeneca, ma non possono ancora prenotarsi. Eppure molti stanno provando a farlo, chiamando i medici di famiglia, che non possono fare altro che prendere tempo».

Vaccini alle categorie prioritarie, il caos dei "doppioni"

Altra confusione è generata dalla prenotazione per le altre categorie prioritarie individuate dal piano nazionale, e dunque polizia Locale, personale di uffici giudiziari e personale di Prenotazione Civile: «In questi casi i canali di prenotazione sono due da protocollo - chiarisce Bonsignore - tramite il medico di medicina generale o tramite il datore di lavoro. Così facendo però si finisce magari ad avere due prenotazioni per la stessa persona, con il caos che ne consegue».

«È già successo per le vaccinazioni dei medici - prosegue - noi come Ordine abbiamo raccolto le adesioni e le abbiamo mandate alle Asl che ci ha chiesto aiuto per assegnare gli slot, ma noi ci siamo resi conto che diversi colleghi che magari lavorano in rsa o in qualche modo rientravano in altri canali si erano già vaccinati ed erano prenotati su più canali. Abbiamo dovuto chiamare uno per uno e confermare la prenotazione per chi ancora non aveva ricevuto il vaccino, o annullare quella di chi lo aveva già fatto».

Vaccini dai medici, il nodo defibrillatori

Il terzo nodo critico è quello della circolare che impone che in ogni sede vaccinale ci sia un defibrillatore: «Il defibrillatore c’è solo negli studi aggregati associati - spiega il presidente dell’Ordine dei Medici - Negli altri non ci sono. E quindi il medico si deve trasferire in altre sedi, attivandosi per prenotarle, capire dove sono e comunicare la data al paziente».

A fare da collante al caos, le continue modifiche al piano vaccinale che dipendono in gran parte dall’utilizzo di AstraZeneca: «Il piano è cambiato già molte volte, informazioni inizialmente corrette finiscono per essere superate già dopo due ore, c’è un continuo cambio di regole - ammette Bonsignore - Uno si adatta a tutto, ci si organizza, ma i cambiamenti sono repentini».

A oggi per accelerare la campagna vaccinale si sta pensando di ampliare quantomeno l’elenco delle sedi, chiamando in causa soggetti privati della sanità (che potrebbero anche mettere a disposizione i loro medici) e farmacisti: «Se si va verso un allargamento di massa ad AstraZeneca, vaccini che l’Italia ha comprato in quantità stratosferiche, bisogna potenziare sedi e squadre vaccinali - conclude Bonsignore - ben venga quindi l’ampliamento in locali o ambienti di strutture private e in farmacia, rispettando però i protocolli di sicurezza e ricordando che comunque il medico serve: non si può andare in farmacia e aspettarsi che il farmacista sia la persona che fa il vaccino, ed è bene sottolinearlo per evitare ulteriore confusione».