Coronavirus

Vaccini Astrazeneca, la Regione "rincorre" gli over 60 reticenti

È la fascia d'età in cui si registrano più rinunce e in cui il timore di reazioni avverse è più forte, sebbene Aifa ne abbia raccomandato la somministrazione. Toti dà l'esempio e prenota il vaccino anglosvedese per il 28 maggio

Non sono quei giovani contro cui spesso si è puntato il dito per il mancato rispetto delle norme e gli assembramenti, e non sono neppure gli over 80 per cui tanto si è discusso del tema del “consenso informato”. A sfuggire alle maglie della vaccinazione contro il coronavirus sono i liguri tra i 60 e i 69 anni, la fascia d’età cui viene somministrato - per raccomandazione di Aifa - il vaccino Astrazeneca e quella in cui dilaga la reticenza.

Gli over 60 sono i più restii ad accettare il vaccino, temono reazioni avverse, e non sono in Liguria: lo stesso problema lo registrano anche altre regioni italiane, che devono adesso trovare un modo per persuaderli a prenotare e presentarsi all’appuntamento per immunizzare una fascia d’età che resta ad alto rischio in caso di contagio, soprattutto per il ricovero in ospedale. E mentre le scorte di Astrazeneca e Johnson & Johnson vanno esaurite praticamente in una notte tra gli under 40, e “spopolano” soprattutto tra i giovanissimi, la Regione pensa a un piano di sensibilizzazione per gli over 60 in modo da rassicurarli e convincerli a prenotare il vaccino anglosvedese.

Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha voluto dare il buon esempio disdicendo la prenotazione per Pfizer e facendone un’altra proprio per Astrazeneca, fissata al 28 maggio alla Fiera del Mare. E conferma che il nodo da sciogliere nella campagna vaccinale ligure è proprio quello dei 60-70enni.

«Io non so che dire, più che vaccinarmi con Astrazeneca a 52 anni e ribadire, come hanno fatto tutti i nostri esperti, che si tratta di un vaccino molto sicuro e molto efficace sin dalla prima dose e che bisogna approcciarlo senza nessuna preoccupazione - ha detto lunedì sera - È vero che vi sono stati fenomeni negativi soprattutto su tipologie molto strette di pazienti: donne, giovane età, uso concomitante di pillola concezionale che aumenta il rischio di trombosi come effetto secondario, ma riguarda un bacino di popolazione molto ristretto. Continueremo a ribadirlo, ma mi risulta complesso pensare di fare diversamente».

L’obiettivo è comunque quello di arrivare a 100.000 vaccini a settimana a partire dalla seconda settimana di giugno, sfruttando anche la versione telematica degli “Open Day” inaugurata lunedì: Toti ha già chiarito che non si procederà come in altre regioni, con presentazioni in hub, per evitare assembramenti, ma che le scorte di Astrazeneca e Johnson in eccesso verranno assegnate sempre tramite prenotazione via sito.

Toti ha inoltre ribadito il desiderio di procedere con la vaccinazione per i turisti, quantomeno quelli piemontesi, per cui ha siglato un protocollo di intesa con il presidente della Regione Piemonte Cirio: «Dare la possibilità ai turisti che rimangono più di due settimane nella nostra regione di potersi vaccinare è un servizio in più che offriamo ai cittadini, che non comporta nessuno scossone alla campagna vaccinale in corso. La speranza quindi è che da Roma arrivi al più presto il via libera».