Test salivari, mascherine dai 6 anni e green pass: le linee guida per il ritorno a scuola
L'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un documento strategico per la prevenzione e il controllo delle infezioni e un piano di monitoraggio per controllare la circolazione del virus negli istituti
Non solo il green pass obbligatorio per i docenti e il personale scolastico per tenere sotto controllo il contagio tra bambini e ragazzi in vista del ritorno a scuola. L'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un documento strategico per la prevenzione e il controllo delle infezioni e un piano di monitoraggio per controllare la circolazione del virus negli istituti, sono stati messi a punto per tutelare lo svolgimento della didattica in presenza. Il documento strategico, diretto a tutte le scuole declina le misure di prevenzione per l’imminente anno scolastico come il distanziamento di almeno un metro fra i banchi, l’uso delle mascherine chirurgiche, sopra i sei anni, anche da seduti, la necessità di un frequente ricambio d’aria. Nella mattinata di giovedì 2 settembre, dopo il consiglio dei ministri, il premier Mario Draghi parlerà in conferenza stampa illustrando il piano completo per il ritorno in classe.
Test salivari a campione
La novità più importante è però quella relativa ai test molecolari salivari condotti, su base volontaria (gli aderenti alla campagna di monitoraggio firmeranno un apposito modulo di “consenso informato”), su alunni di età compresa tra i 6 e i 14 anni in "scuole sentinella" individuate dalle autorità sanitarie regionali in collaborazione con gli uffici scolastici. "Il monitoraggio - si legge nel documento - si baserà su una adesione informata e volontaria da parte dei genitori/tutori e la sua accettazione non sarà in alcun modo vincolante sull’accesso alla scuola in presenza, così come raccomandato dal Cts". Documento che specifica anche che "In una prima fase “di avviamento” (due mesi) le attività di raccolta dei campioni potranno essere eseguite nella sede scolastica con l’ausilio di personale sanitario (...). Successivamente, al fine di garantire maggior comfort familiare e rispettare le modalità di raccolta (digiuno, prima di lavare i denti, ecc.) si prediligerà la modalità di “auto-raccolta” al mattino appena svegli".
I numeri per Genova e provincia
Nei giorni scorsi l'assessore all'istruzione di Regione Liguria Ilaria Cavo aveva annunciato che in Liguria sarebbero state tre o quattro le scuole coinvolte. Nel documento dell'Iss è presente anche una proiezione degli studenti necessari in ogni provincia: per quello che riguarda Genova sono 28.640 gli studenti delle scuole primarie e 19.296 quelli delle scuole secondarie. Secondo l'Iss devono esere invitati per il test quindicinale 621 studenti delle primarie e 418 delle secondarie per raggiungere il numero necessario per realizzare il campionamento che, per quello che riguarda Genova, dovrebbe coinvolgere 373 alunni delle primarie e 251 delle secondarie.
Mascherina obbligatoria dai 6 anni
Mascherina obbligatoria dai sei anni in su, anche in anche in condizioni statiche (seduti al banco) e in presenza di un distanziamento di almeno un metro. L’uso delle mascherine non è previsto per i bambini sotto i sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina. Nel documento è presente però una deroga "per le classi composte da studenti che abbiano tutti completato il ciclo vaccinale o abbiano un certificato di guarigione in corso di validità". Viene inoltre raccomandato l’utilizzo di mascherine di tipo chirurgico in ogni situazione, considerate invece indispensabili dove non sia possibile il distanziamento di almeno un metro. Niente mascherine, infine, per le lezioni di educazione fisica (dove l'obbligo di distanziamento sale da uno a due metri) ed è stata naturalmente prevista la possibilità di abbassare la mascherina per bere, per i momenti della mensa e della merenda e durante le esecuzioni musicali con strumenti a fiato o di canto nelle ore dedicate alla materia.
Scuola in presenza & Dad
La Dad (didattica a distanza) nel documento viene considerata solo come una opzione di riserva in quanto la priorità viene data alla scuola in presenza così come ribadito dal Cts il 12 luglio. Tuttavia "la misura è derogabile esclusivamente in singole istituzioni scolastiche o in quelle presenti in specifiche aree territoriali e con provvedimenti dei Presidenti delle Regioni, delle province autonome di Trento e Bolzano e dei sindaci, adottabili nelle zone arancioni e rosse e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus o di sue varianti".