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Centro storico, Bucci prepara la riqualificazione tra demolizioni ed espropri

Il sindaco di Genova, archiviato l'impegno con il nuovo ponte, guarda con occhi più aggressivi alla città vecchia: nelle prossime settimane dovrebbe arrivare un piano ad hoc

Un piano sulla carta molto aggressivo, di profonda rigenerazione, che si basa su progetti di demolizione e di costruzione da portare avanti di pari passo: è quello che il sindaco Marco Bucci e la sua giunta hanno in serbo per riqualificare il centro storico, e di cui in passato già hanno discusso citando, appunto, la demolizione di alcuni palazzi.

Nel mirino ci sono quegli edifici ormai vecchi e abbandonati all’incuria, che contribuiscono ad aumentare il degrado in zone già ad alto rischio. Ne è un esempio il civico 12 di via Pré, che i residenti da anni indicano come critico anche perché si è trasformato in un luogo di ritrovo per pusher, ubriachi, tossicodipendenti e senza tetto. Ma nei caruggi della città vecchia gli esempi di edifici datati e abbandonati si sprecano, ed è su questo che il sindaco vuole concentrarsi.

Centro storico, demolizioni ed espropri per riqualificare: Bucci chiama Piano

«Tra un paio di settimane presenteremo il progetto di rigenerazione urbana del centro storico - ha detto in una giornata in cui ha effettuato un sopralluogo alla Diga di Begato, per cui sono già iniziati i lavori di demolizione - Andremo a prendere il tessuto antico della città e lo rimetteremo a posto secondo il concetto indicato da Renzo Piano di costruire sul costruito. Ci saranno anche demolizioni». 

Ovviamente, prima di mettere mano a un solo mattone del centro storico più grande d’Europa è necessario avviare un confronto con la Soprintendenza, per capire dove e come è possibile intervenire per ricavare spazi da trasformare in piccole piazze o su cui costruire nuovi edifici: «Stiamo discutendo con la soprintendenza perché tutti gli edifici hanno parti di 300, 400, 500 anni fa», ha confermato Bucci, ricalcando quanto denunciato da molti residenti, e cioè lo stato di grave incuria di palazzi che o sono abbandonati, oppure sono affittati senza controlli e senza il rispetto di tutte le norme di sicurezza.

L’ultimo esempio è di qualche giorno fa, quando è scoppiato un incendio in un appartamento al primo piano di via di San Bernardo: al di là delle difficoltà oggettive per i soccorsi di percorrere gli stretti vicoli del centro storico con l’attrezzatura, molti residenti hanno ricordato diverse segnalazioni inviate relative alla scarsa sicurezza degli impianti e alla situazione di degrado in cui l’appartamento versava.

Centro storico e lockdown, la situazione degenera

Bucci ha intenzione di andare direttamente alla fonte: edifici abbandonati verranno espropriati, supporto a privati che vogliono ricostruire a loro spese, attingendo ai fondi messi a disposizione dal Recovery Fund. Il sindaco ha confermato che il piano verrà svelato nelle prossime settimane, ma per chi abita in centro storico quella del 2020 è stata un’estate complessa: il lockdown ha esacerbato problemi che già erano noti, e lo spaccio ha preso sempre più piede proliferando in zone in cui, prima della chiusura, quantomeno andava in scena in orari notturni.

Numerosissime le testimonianze di chi nei vicoli abita e lavora e deve fare i conti con degrado, spaccio, episodi di violenza e percezione della sicurezza praticamente azzerata, un mix letale non solo per la vivibilità, ma anche per il turismo. Le forze dell’ordine hanno aumentato i controlli, suddividendo il centro storico in tre zone e affidandole, a turno, a polizia di Stato, carabinieri e polizia Locale per un presidio più capillare, ma il provvedimento ha causato nuovi cambiamenti, con lo spostamento dei pusher dalle zone più presidiate a quelle solitamente riservate alla movida. 

Proteste e flashmob, il centro storico si ribella

A metà estate i residenti del centro storico si erano affacciati alle finestre per “fare casino”, due flashmob a colpi di pentole, coperchi e fischietti per chiedere maggiore attenzione, e la scelta del Comune di approvare la modifica del Puc consentendo l’abitabilità dei bassi ha incontrato parecchie proteste: se lo scopo era ripopolare la zona, protestano residenti e opposizione, la conseguenza reale sarà l’occupazione sregolata e l’utilizzo illecito dei fondi. 

Bucci alle critiche non ha risposto, come d’altronde è solito fare. E al termine dell’estate, archiviato il mastodontico e impegnativo progetto del nuovo ponte di Genova, inaugurato lo scorso 3 agosto, sembra volersi concentrare sul centro storico, ancora una volta chiamando in causa Renzo Piano, firma dietro il progetto del ponte San Giorgio. La speranza di chi vive in centro storico è che la stessa efficacia, la stessa velocità e gli stessi fondi vengano impiegati per la riqualificazione.


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