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Gruppo spagnolo offre 10 miliardi per Aspi, i parenti delle vittime del ponte Morandi: «Tragedia dimenticata»

La società iberica ha manifestato interesse per l'acquisto di Autostrade. Atlantia schizza in borsa, le famiglie dei 43 morti nel crollo del ponte genovese insorgono

“Leggiamo alcune nuove notizie sulla vicenda Autostrade che continuano a farci pensare di vivere in un incubo”: è l’incipit della lunga lettera che i parenti delle vittime del crollo del ponte Morandi hanno diffuso dopo avere appreso della manifestazione di interesse espressa dal gruppo spagnolo Acs  per la società, valutata 10 miliardi.

“Ne deduciamo che abbiano apprezzato la remunerazione dei capitali per questa attività in Italia - si legge nella lettera aperta diffusa dal Comitato Parenti delle Vittime del Ponte Morandi - La tragedia covid purtroppo, oltre a distruggere vite ed economia, ha fatto placidamente assopire l’attenzione sulla vicenda autostrade. La nostra Cassa Depositi e Prestiti ha innalzato in questi mesi i capitali sul piatto per la gestione dell’acquisto, intanto le intercettazioni sembrano non fare più notizia, insomma le persone si stanno anche abituando a sentire che qualcuno fosse a conoscenza dello stato del ponte Morandi, molto tempo prima del crollo.

La manifestazione di interesse è arrivata da una società spagnola specializzata in ingegneria per le costruzioni civili con cui Atlantia già collabora in Spagna: "Noi pensiamo che se guardassimo in modo asettico la vicenda, oltre che inorridire per tutto ciò che abbiamo letto in questi mesi, dovremmo tutti insieme porre una pietra tombale sulle pretese degli azionisti - è l'amara constatazione del comitato - purtroppo comprendiamo che ormai si ricordino compiutamente dell’omicidio di  43 persone, e della vergogna che lo ha causato, sempre meno persone”.

“Siamo per l’ennesima volta senza parole, ed anche francamente schifati e ci perdonerete questo termine poco fine - proseguono i parenti tramite la portavoce del comitato, Egle Possetti - Qui pare che molti tendano a dimenticarsi tutto quello che ha causato questa azienda e tutto quello che sta emergendo con forza (prova sono le migliaia di cantieri che stanno popolando le nostre autostrade). Possiamo immaginare che i gruppi finanziari tentino delle pressioni, ma vedere scritte queste frasi da parte nostra come parenti di 43 persone uccise non è francamente accettabile”.

I parenti dei morti della tragedia dell’agosto 2018 chiedono quindi, ancora una volta, riflessione e giustizia: “Occorre anche fare un grande ragionamento sull’efficacia di questa privatizzazione, sulla scelta che venne fatta a suo tempo e che ha dato ai cittadini morte e disagi, inoltre non potremo mai accettare che sia stata firmata in passato una concessione come questa - si conclude la lettera - Conta solo il denaro in finanza, anche se non dovrebbe essere così, su questo nessuno di noi può avere dubbi, ma il nostro Stato ha l’obbligo di lavorare per la giustizia, l’equità, la salute ed il benessere dei cittadini, non può esistere altra soluzione. Il nuovo gestore dovrà essere controllato e monitorato in modo efficace perché la nostra vita deve contare più di “quattro soldi”, vorremmo vedere più serietà e determinazione intorno a noi, lo speriamo anche per non continuare a far rivoltare nella tomba i nostri padri costituenti”.


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